1917, un film da vedere

Sono stato a vedere 1917. Il film ha già vinto due Golden Globes, ed è candidato a 10 premi Oscar. ll regista Sam Mendes traduce in film i racconti del nonno che combatté in Francia durante la I guerra mondiale.
La storia ruota attorno alle vicende di due giovani caporali inglesi cui viene affidato il compito di recapitare un messaggio del loro generale al reggimento che sta per sferrare l’attacco all’esercito tedesco. Il messaggio contiene l’ordine di sospendere l’attacco poiché i tedeschi, con un’abile manovra, hanno teso una trappola che trasformerebbe l’attacco inglese in un massacro.  Nel reggimento che deve sferrare l’attacco milita il fratello di uno dei due caporali incaricati della missione.
Durante tutto il film la macchina da presa segue da vicino i due giovani protagonisti, quasi calando lo spettatore nelle loro vicende drammatiche, non prive di momenti di autentica suspense. Due considerazioni: guardando mio figlio e i suoi amici che erano lì a vedere il film comodamente alloggiati nelle poltroncine, mi sono chiesto che cosa in fondo abbia determinato destini così diversi nella vita dei loro coetanei vissuti appena 70 anni prima. Seconda considerazione: nel film c’è una scena che a mio avviso, da sola, vale tutto il biglietto. Quando uno dei due caporali raggiunge finalmente il reggimento a cui è destinato il messaggio, trova i soldati inglesi in religioso silenzio seduti ai piedi degli alberi ad ascoltare un loro compagno cantare l’antico canto “The poor wayfaring stranger”:

“Sono un povero viandante
Viaggiando da solo, attraverso questo mondo
Non v’è malattia, fatica o pericolo
In quella terra splendente nella quale vado
E sto andando lì per vedere mia madre
E sto andando lì per non vagare più
Sto solo andando oltre il Giordano
Sto solo andando a casa.

Eccone una splendida versione cantata da Rhiannon Giddens.

Rombo