Al voto, al voto!

Il presidente della Repubblica ha sciolto le Camere: si voterà perciò il prossimo 4 marzo.

Finisce una legislatura caratterizzata da tre Governi a guida PD (Letta, Renzi, Gentiloni) frutto di accordi parlamentari, forzature più o meno ‘trasversali’ e maggioranze oscillanti; una legislatura che ha visto – fra le altre cose – l’approvazione di una pessima riforma costituzionale, poi bocciata dal referendum del 4 dicembre 2016, alcune pessime leggi in materia di unioni civili e biotestamento, una riforma statalista e burocratica del “terzo settore”,  l’incapacità ad affrontare seriamente l’emergenza immigrazione (salvo il drastico cambiamento di rotta nell’ultimo anno), lo strapotere delle autorità cosiddette “indipendenti”, su tutte quella anticorruzione e il permanere del nodo irrisolto della giustizia.

Fortunatamente l’Italia non è stata toccata in questi anni dal terrorismo e si può riscontrare una tenue, ma speriamo duratura, ripresa economica, frutto soprattutto del migliorato contesto internazionale (a cominciare dalla corsa degli Usa di Trump) e di alcuni provvedimenti a favore di giovani e lavoro; del tutto assenti sono stati, invece, interventi efficaci per la scuola e l’università (al di là dei proclami roboanti…) e soprattutto per la famiglia. Da ultimo è stata approvata un’accettabile legge elettorale su base proporzionale, con 1/3 di seggi uninominali.

Con quali criteri  orientarsi in vista del voto? E’ la questione più importante, soprattutto per noi cattolici! Anzitutto, assicurare la priorità della società sullo Stato (sussidiarietà) e promuovere e difendere i capisaldi non negoziabili del bene comune: fra questi rientrano senza dubbio la difesa assoluta della vita, la promozione della famiglia e la libertà di educazione, così come la solidarietà; insomma la prima virtù politica è la difesa degli ideali del popolo e della dottrina sociale della Chiesa, da cui poi derivano le soluzioni “tecniche” e le singole proposte.

Come si collocano di fronte a tali criteri i 4 schieramenti in campo: centrodestra, centrosinistra, M5S e Liberi e uguali?  Le loro proposte politiche non sono certo uguali ed occorre valutarle attentamente: il centrosinistra a guida PD, rivela – accanto a qualche apertura all’economia sociale di mercato – una tendenza statalista e, soprattutto, un’ostilità conclamata per i temi etici fondamentali, come si è visto per la legge Cirinnà e il biotestamento e come dimostra l’accordo elettorale stretto con il mondo radicale. Il M5S, che è stato capace di intercettare il diffuso malcontento,  si presenta figlio dell’illusione della “democrazia diretta” e dell’antipolitica: sui temi di fondo è anch’esso nemico dei valori etici di fondo (come si è visto per il biotestamento), estremamente giustizialista  e poco attento alla sussidiarietà. Il centrodestra, pur assai differenziato al suo interno e non del tutto coeso, rivela però un’attenzione  alla sussidiarietà ed una non-ostilità (in quasi tutte le sue componenti)  ai princìpi di fondo in tema di famiglia e vita; la collocazione di molte sue componenti nel PPE fa ben sperare anche per  un’attenzione realista all’Europa ed una costruttiva collocazione internazionale, superando velleitarie tentazioni isolazioniste. Da ultimo, Liberi e uguali, nato da una scissione interna al PD esprime i valori tipici della sinistra: statalismo e solidarismo estremo, cui si aggiungono un certo giustizialismo e l’appiattimento sui temi etici sulle posizioni più radicali.

Certo occorrerà vedere più precisamente le liste presentate per individuare in ogni circoscrizione la scelta migliore, ma il quadro complessivo sembra già ben delineato.

Pesce pilota

2 Risposte a “Al voto, al voto!”

  1. In pratica se sei un buon cattolico devi votare centrodestra. Stesso discorso che sento da 25 anni, partendo dal noatro grande Berlusconi.

  2. L’equazione voto cattolico- voto al centrodestra è un po’ stantia e superata, visto ad esempio il nulla fatto per la famiglia quando lo stesso aveva una maggioranza bulgara. Non è certo con l’imposizione di leggi che si può combattere la deriva cui si sta assistendo, ma solo con un’attiva testimonianza e un lavoro quotidiano con chiunque “ci stia” a proporre un modo diverso di affrontare le urgenze che la realtà impone, che si può agire concretamente per il bene comune. Io ho imparato a non dare più deleghe in bianco a nessuno, in passato ho votato per un partito del centrodestra, il quattro marzo non so ancora, ma non credo, visto come si va presentando lo schieramento di Salvini, Meloni & Co.

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