Alcune verità scomode su Islam e Charlie Hebdo

Ci sono un po’ di ipocrisie e un po’ di falsità che circolano a proposito del tragico attentato parigino. Proviamo a far ordine.

  1. Esiste un immenso problema nell’Islam e con l’Islam. È il Corano stesso – certo, solo in alcune sue frasi ma sono frasi autentiche – a benedire una guerra di conversione. Nel VII secolo non c’era nulla di strano. Il problema è che nella cultura musulmana non c’è interpretazione: vale la lettera. Dunque, ci sono tanti ottimi musulmani che non vogliono la guerra santa, ma ce ne sono altri – altrettanto ottimi – che la difendono. E per i primi è quasi impossibile la condanna dei secondi “senza se e senza ma” che intellettuali e giornalisti chiedono.
  2. Oui, je suis Charlie Hebdo, se questo vuol dire che la satira è parte della critica e va difesa. Fa parte della nostra tradizione cristiana la possibilità di criticare perché la critica aiuta a stabilire il vero. Ma vale anche la critica della critica: le vignette anti-religione sono francamente brutte e offensive, e con il vero c’entrano poco. Questo non giustifica nulla, ma libertà non è insulto.
  3. Intellettuali e giornalisti dicono che è il nostro 11 settembre. Non lo era la strage di King’s Cross o quella di Madrid? Certo, le vittime sono a Parigi e sono intellettuali, ma il grave problema dell’Islam (punto 1) c’è da 20 anni e da 10 fa stragi. Benarrivati, meglio tardi che mai.
  4. Il gioco dei soliti noti ora è fare appello ai moderati dell’Islam e dire che ogni religione o appartenenza è ideologica. Non è vero, è la mancanza di appartenenza su cui i terroristi fanno leva. E, d’altro canto, la nostra appartenenza cristiana non è a una religione come le altre – il cui unico peccato è credersi uniche invece di considerarsi tutte immagini plausibili di Dio – ma a un Dio fatto uomo. Unico caso di uno che dice di essere Dio. Per fortuna, è un Dio non ideologico che in croce è morto (e risorto) e che non ha mandato altri a morire.

Soluzioni? Difficili. Le singole persone vanno affermate e stimate, soprattutto se religiose. Ce ne sono tante anche nell’Islam. L’Islam inteso come guerra verrà sconfitto solo da una civiltà forte, salda, ferma nelle decisioni e nelle leggi, ed estremamente accogliente (Le famiglie dove l’affetto è sicuro sono decise nell’impostazione e accoglienti. Quelle incerte non ospitano nessuno). Una civiltà che sappia dov’è il vero (più che preoccuparsi dell’impossibile coerenza) e lo esprima con una bellezza intensa, “piena di canti” diceva un vecchio saggio amico.

Torpedine