Si sa, Parigi è bellissima, anche per chi vi arrivasse scetticamente. Vivere a Parigi, per chi ha un minimo di gusto, è come avere la febbre: non c’è giorno dove non ci siano incontri, concerti, teatri di primo livello. Passeggiare per Parigi vuol dire camminare dentro la storia del mondo. Sono le stesse poche strade che hanno accompagnato la vita santa e combattente di Sainte Genèvieve (V sec.), l’amicizia fortunata di S. Tommaso e S. Bonaventura, il pensiero razionalista di Cartesio e quello drammatico e perdente di Pascal. Sono addirittura le stesse mura del collegio Montaigu ad aver ospitato S. Ignazio e S. Francesco Saverio insieme (!) a Calvino. Le stesse stanze hanno visto nascere il pensiero ebraico e religioso di Bergson e quello tragico e rivoluzionario di Foucault.
Il tutto insieme a re, rivoluzioni, Napoleoni. L’impressione è quella di un popolo che ha sempre pensato e vissuto in modo radicale, nel bene e nel male. E così nasce la domanda sull’utilità della propria vita, sulla necessità di dare e dire in modo vero, sapendo che all’uomo da solo è impossibile. E così nasce un desiderio profondo che il Cristianesimo autentico, vissuto, popolare, pieno di stupore, canti, vino, amicizia, cultura risuoni ancora in un luogo tanto amante, tanto amato.
Torpedine