Anche i francesi piangono…

Cari amici della Spigola,
mi chiedo il perché di certi fenomeni.
Se esiste solo il “materiale”, perché mi devo preoccupare del “trascendente”?
Leggete qua: (www.corriere.it – Niente messaggi fuori orario, Il giorno dei colleghi gentili)
Si tratta di uno studio di provenienza francese in cui si evidenzia il fatto che un ambiente di lavoro “empatico” favorisce la produttività. Ora, per motivi storici sappiamo che i nostri amici francesi sono un po’ più illuministi e materialisti di noi mediterranei, bigotti, mammoni e religiosi. Noi “terroni” (per gli europei noi italiani siamo tutti terroni) abbiamo sempre avuto la nomea che se uno ci rivolge una parola brusca lavoriamo di meno. La domanda sorge spontanea: perché anche un materialista che usi bene l’intelligenza è costretto ad ammettere che una persona non è solo ciò che si vede ma dentro c’è qualcosa che non si può misurare ma che tenuta in opportuna considerazione può far fruttare meglio il lavoro? Forse perché quel qualcosa esiste malgrado non si possa misurare? Se esiste gli si può dare un nome, quale?
Psiche, sì, può essere un buon inizio.
Anima… mmhhh… siamo sulla buona strada.
Spirito… no, anche perché quando bevo un bicchiere di troppo e sono più pieno di spirito (alcol) dovrei essere più presente a me stesso e invece no.
“IO”. Beh, direi che ci siamo: una parola laica che esprime qualcosa di incommensurabile ma esistente.
“IO”, cos’è? Di cosa consiste?
Andiamo per gradi: quando il mio capo mi “maltratta” ingiustamente c’è qualcosa in me che sorge e grida: “NO, questa è un’ingiustizia!”. Poi l’urlo si ferma in gola per tanti motivi.
Quando vedo una bella ragazza quel qualcosa emerge e grida: “Bellissima! Come vorrei che fosse con me per sempre!”. Poi apre la bocca e… in nulla torna quel paradiso in un momento.
Quando passeggio in spiaggia in inverno, il vento, la potenza del mare, gli odori, quel qualcosa grida “Grazie!” e poi scopro che prima di me è passato un cane con la dissenteria così quella cosa non grida più “Grazie” ma altri ringraziamenti.
Ricapitoliamo: giustizia, amore e felicità, bellezza.
Queste esigenze costituiscono questa cosa che ne ha bisogno in modo inesauribile.
Si introduce un altro problema: se è inesauribile, basterà l’empatia per soddisfarla?
Continuiamo nella ricerca confidando nell’uso intelligente della ragione.
Ciao.

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TONNO subito