Asia Bibi, Malala e le altre

Il titolo di queste dieci righe è quello di un libro che ho letto tempo fa (Michela Coricelli – “Asia Bibi, Malala e le altre. Storie di donne nella “terra dei puri” – Edizioni San Paolo).

L’autrice è una giornalista che, incontrando il marito di Asia Bibi, ha iniziato a seguire con interesse il caso di questa contadina, madre di cinque figli, detenuta dal 2009 con l’accusa di blasfemia e condannata a morte in attesa di esecuzione.

Ma il caso di Asia, come quello di Malala, la giovanissima vincitrice del Nobel per la pace, sono solo la punta dell’iceberg del dramma che quotidianamente si consuma in Pakistan – il piccolo stato creato nel 1947 dalla spartizione dell’India Britannica (India a maggioranza indù e Pakistan a maggioranza islamica) – dopo il processo di islamizzazione forzata iniziato con il colpo di stato del 1977 che portò al potere il Generale Zia ed il conseguente allineamento di tutte le leggi alla sharia, che ha annullato per sempre l’idea di persona e ogni traccia di libertà.

Il libro parla di donne in una terra in cui essere donna – soprattutto se cristiana – vuol dire non avere alcun valore, ma aiuta – in modo semplice – a capire il fenomeno più generale di un paese governato dalla sharia.

Vi invito alla lettura con le parole dell’autrice:

Per Asia Bibi e per tutte le donne del mondo che di fronte all’ingiustizia hanno il coraggio di dire no – e anche per quelle che quel coraggio non ce l’hanno, perché non siamo tutte forti allo stesso modo – continuiamo a dialogare, a riflettere, a pregare, a denunciare, a leggere, a parlare, a firmare appelli. A domandarci: io cosa posso fare? Intanto cominciamo dall’inizio. Cerchiamo di capire.”

Alice