Assunta, mia madre

Assunta, mia madre
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Confusi dal culmine dell’estate e le uscite fuori porta (Feriae Augusti), spesso trascuriamo questa festa, anzi solennità: l’Assunzione della Beata Vergine Maria, ultimo faticoso dogma del 1950. Sull’argomento tante cose sono state scritte, dibattute, immaginate, reso folclore. Di cosa si tratta oggi per me, invece, è il caso serio.

 Ho immaginato, sentito vibrare, di come Maria, Mater Misericordiae, sia stata risucchiata dal cielo (http://laspigola.altervista.org/mater-misericordiae-risucchiati-dal-cielo/), di come fosse in qualche modo la “deputata” di tutti noi (http://laspigola.altervista.org/maria-la-deputata/). Ecco, mi pare di poter aggiungere, veramente da pesce fuor d’acqua, che ora su questa questione si gioca la verità di tutto il resto. Una storia incredibile, cominciata con un invito a un senzapatria, Abramo, continuata da un popolo testardo, e finalmente il “mistero nascosto da secoli” si svela e si fa conoscere come l’uomo è capace. Ma deve ancora salvarci, riscatto che solo Dio stesso ma soffrendo da uomo può fare. Finisce con tale scena la Verità? Ma no, risorge e ci dimostra il vero finale, il senso di ogni cosa, che è Lui.

Appunto, Lui, cioè ancora Dio, nel Verbo incarnato il Cristo, che ascende al cielo, torna dal Padre, come audacemente ci ha insegnato a chiamare. “Tutto è compiuto”, una storia a lieto fine, con tutti i temi drammatici e la suspense che il nostro cuore aspetta risolti. La storia, in verità mi sussurra il cuore, svela il senso di tutto, il lieto fine per ognuno, quando il primo “semplicemente” uomo/donna varca il mistero, afferra il Mistero, dice “tana”, casa. E chi poteva essere se non l’Eletta? Lei che per aver per prima detto “fiat”, per prima risaluta il figlio risorto senza affannarsi al sepolcro con le altre donne o i diversamente agili Giovanni e Pietro. Muore, non muore, “completato il corso della sua vita terrena”, la Dormizione… tante ipotesi e termini, perché non ci venga mai negata l’avventura di un cammino umano e personale nella fede.

Per me Maria, anche per imitazione del figlio, è morta morta, lietamente ma prima morta, e un secondo dopo è stata assunta in cielo, completamente, cioè anche col suo corpo glorificato, primizia di tutti gli umani. Ecco, questo mi riguarda! Anche se, mi dicono, c’è da aspettare un po’ (e qui si gioca il dove) per il Suo ritorno, il giorno della Parusìa.

Quella storia credibile di un “Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra”,  e del “suo unigenito figlio…. che per la nostra salvezza si è fatto uomo, fu crocifisso, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, salito al cielo. E di nuovo verrà nella gloria… perciò aspetto la vita del mondo che verrà”, arriva a me come certezza ed esempio attraverso la parabola umana dell’adesione umile di una ragazza, poi madre, mia madre. Questo da’ significato e sapore a tutto, anche a questa distratta grigliata al mare.

 

Il pesce fuor d’acqua