Benessere occidentale

E’ impressionante sapere i numeri delle immigrazioni in questi anni: solo nelle coste italiane e greche, dal 2011 a oggi sono arrivati circa 668 mila immigrati! Ma cosa muove questa gente? Si parla di due cause: la guerra da una parte, la fame e la povertà dall’altra. Ma è tutto qui quello che cercano? Indubbiamente la vita e la fame sono due validi motivi per camminare e cercare salvezza, ma è solo questo che cercano queste persone o c’è dell’altro? E cosa gli offriamo noi, cosa troveranno qui? E’ da un po’ che mi pongo questa domanda, perché recentemente una persona che conoscevo pochissimo, la conoscevo di vista, si è suicidata: nel paese in cui abitava non c’è la guerra, si fatica un po’ per il lavoro,  ma alla fine si mangia. Perché rinunciare alla vita? Non so cosa l’ha spinto a fare questo, ma una cosa è evidente: il significato della vita è più importante della vita stessa, come “lo scopo del cammino è più importante del cammino stesso”, diceva Don Giussani in una equipe che sto leggendo. Questo giudizio vale per me e per tutte queste numerosissime persone che fanno migliaia di chilometri per venire in Europa: il cuore non si accontenta di quello che ha davanti, di questo benessere inquieto e strano che abbiamo in occidente, vuole immensamente di più.
Un’ultima cosa: posso essere sicuro che questo significato esiste, che esiste una risposta al mio desiderio infinito? Si. Perché? Perché lo desidero. Non si può desiderare una cosa che non esiste. Me l’ha fatto notare un mio amico in vacanza: se mi offrissero un “whacazá” , un dolce marziano, io nn farei una piega, non avrei né l’acquolina in bocca né niente, non lo desidererei. Infatti non esiste.

Occhione