Una boccata d’aria… di maggio

Ecco l’esperienza che si può provare nel sentir parlare ogni tanto di ciò che ha a che vedere col significato della vita. E quindi col Destino. E in fondo allora col Bene della vita.

Capita che a volte ci si possa sentire oppressi dal mondo e dal lavoro e dal proprio dovere e dalla propria grande o piccola (o misera) performance, e capita anche di sentirsi un po’ schiacciati dal male (a seconda delle sensibilità) che si vede, si sente, si prova. Ma la boccata d’aria può arrivare come una sorpresa – che già un po’ si attendeva – da un libro, un’opera teatrale del 900, da una fresca serata piovosa di maggio in cui un amico racconta, in un piccolo teatro di Torino, come nel salotto di una casa di amici, di un libro originale, esagerato per la nostra epoca… ma solo perché parla del rapporto dell’uomo col suo Ideale ultimo. E l’amico racconta mentre i versi, alle luci della ribalta di questo palcoscenico torinese, diventano un “gesto” attraverso la lettura che ne fanno tre attori.

E a sentir parlare di compito della vita, di amore che dà tutto o, al contrario, di amore che calcola e invidia; a sentir parlare di uomini che abbracciano il loro destino pur con immenso dolore e intanto costruiscono cattedrali; a sentir parlare di un padre di famiglia che per il bene del mondo e dei suoi fratelli uomini parte in pellegrinaggio, per poi tornare più certo del fatto che “scopo della vita è dare in letizia ciò che abbiamo”; a sentir parlare, cosa davvero impopolare, di obbedienza (e di pace del cuore che da essa nasce); a sentir parlare infine addirittura di Grazia… perché in fondo non mi devo preoccupare delle mie poche capacità, ma solo di rispondere a Dio, perché il resto lo fa Lui; ebbene, a sentir parlare di tutto questo, l’esperienza che si prova è proprio quella di una boccata d’aria.

Per inciso: l’opera è L’annuncio a Maria, l’autore è il premio Nobel Paul Claudel morto nel 1955, l’epoca in cui la storia è ambientata è il basso Medioevo. Pietro di Craon costruisce cattedrali e abbraccia il suo Destino nel dolore; Violaine risponde al suo Destino con radicalità e letizia; Anna Vercors dà tutto ciò che ha senza misura, perché “a che vale la vita se non per essere data?”.

Pesce volante