Buon Natale

E’ una splendida giornata di sole, quasi primaverile, non sembra la vigilia di Natale!
Entro in pescheria per ritirare quello che ho ordinato.
Non c’è però il sole a rischiarare la vita dell’anziano signore, che trovo lì ad acquistare la cena, ma c’è la nebbia più fitta che lo avvolge e che gli toglie perfino la speranza di poter vedere un cielo sereno.
Nell’ordinare il pesce si preoccupa di chiedere alla pescivendola se possa essere cucinato semplicemente al forno, perché è lui che deve farlo, la moglie è affetta da Alzheimer e non è più in grado di cucinare.
La signora, dopo averlo servito, gli augura Buon Natale, ma lui risponde che per lui non ci sono né Pasqua né Natale, giorni che non hanno senso da quando, ormai da decenni, le malattie sono entrate in casa sua; anzi, a Dio lui non crede, chi lo ha mai visto! La pescivendola gli risponde che Dio è dentro di noi, ma l’uomo scuote la testa: “Io sono come quello: se non vedo e non tocco con le mie mani, non credo”.
Il dialogo si fa serrato tra i due; io taccio, in disparte.
“Io L’ho visto, insiste la signora, stavo perdendo mia figlia, quando aveva vent’anni, i medici non sapevano più che fare, io l’ho scongiurato di salvarla e Lui lo ha fatto”.
L’uomo scuote sconsolato la testa, lui è passato, e passa, attraverso ben altra esperienza, quella della croce, che porta da anni; come si può parlate a lui di un Dio buono, che c’è, che si fa vedere positivamente nella vita, quando nella sua è stata la malattia a farla da padrona. “E non posso abbandonarla – dice, riferendosi, con un affetto percepito, alla moglie”; “Certo che no”, interloquisce la donna; “ho la croce e me la porto” è l’amara conclusione dell’uomo, rassegnato.
La pescivendola insiste, con i suoi “eppure…!”
Ho ascoltato in silenzio, finora, colpito da tutta quella angoscia, desideroso di ridestare una speranza, consapevole però di non poter dire cose “giuste”, ma di dover dire solo cose adeguate a tutta quella disperazione.
Mentre tacevo, nella ricerca di qualcosa da dire, ecco tornarmi alla mente l’articolo di Lorenzo Albacete, sulla recente strage di bambini negli Stati Uniti, e, finalmente, dico, come lui: “ma Cristo ha portato anche lui la croce, vi è stato inchiodato ed è morto, su quella croce. Ma poi è risorto! Chi più di lui può capirci ed ascoltare le nostre suppliche? E’ in uno così la nostra speranza”.
Un piccolo sorriso, lieto, non amaro – mi sembra – si fa strada sul volto dell’uomo.
“Buon Natale” gli diciamo all’unisono io e la signora, mentre lui si avvia ad uscire.
Ci guarda ed, ancora con quel sorriso accennato sulle labbra, “Buon Natale” ci risponde. Sembra cominciare a diradarsi la nebbia alla fioca luce di una speranza intravista.

Triglia di scoglio