BUONGIORNO

Assonnata, molto assonnata.

Una di quelle mattine in cui il pensiero delle cose da fare è più faticoso che farle quelle stesse cose. Quelle in cui persino le facce degli amici riempiono il cuore di nostalgia e di lontananza e di insoddisfazione.

Camminando ad occhi bassi verso il bar, incontro una impiegata dello studio “Vai a fare colazione? Buona colazione!” mi dice con uno slancio e una tenerezza inaspettati.

“Dice Francesco d’Assisi, rivolgendosi a un ministro, cioè a un ministro del culto: «Ama coloro che agiscono con te in questo modo», cioè in modo obbediente, rispettoso. Ma cosa vuol dire questo, rispetto alle segretarie, alle infermiere che lavorano con me? Immediatamente è una cosa grande! (…) Questo è troppo bello! «Non esigere da loro altro se non ciò che il Signore darà a te», e così come Dio dà a te quel che ti dà, e da te non si può pretendere di più, allo stesso modo tu non pretendere dagli altri più di quello che possono dare. Ma il prosieguo della frase è il massimo, l’Everest dell’umanità, una cosa che non ho mai sentito: «In questo amali [in questo amali: nella loro presenza], non pretendere che diventino cristiani migliori». Non pretendere che diventino cristiani migliori, perché quel “migliori” ce lo metti tu e vuol dire “come tu vuoi che diventino”. È il mistero di Dio presente che te li fa abbracciare, come ci fa abbracciare tra noi senza porci il problema se uno è più o meno cristiano. «Non pretendere che diventino cristiani migliori», perché sarebbero cristiani migliori secondo la tua testa. È veramente un’umanità grandissima”.

È il pezzo di un intervento di Enzo Piccinini, intitolato appunto l’Everest dell’umano. Così i Santi, e i quasi-Santi, aiutano anche in questo, ad una profondità altrimenti impossibile dentro la banalità delle giornate.

Sirenetta