Cambiare cavallo

Fatemi capire se ho capito.
Un anno fa il PD aveva un segretario eletto con la maggioranza del 70% dei voti e un perdente al 30%. Il segretario viene silurato perché non capisce che l’unica soluzione è accettare di governare con B. per il bene generale di tutti: l’Italia non si può permettere divisioni, i nostri padroni partner europei non vogliono.
Napolitano, il re-presidente, dopo aver accettato (senza grande fatica) la corona, obbliga il PD a governare con Berlusconi. Il cireneo della situazione è tale Enrico Letta, nessun curriculum eccellente ma un buon mediano della politica come professione. Il cireneo/mediano fa galleggiare l’Italia in modo tale che, senza lode, forse forse ci togliamo dai guai peggiori con ricette antiche da vecchia DC.
Ora, il PD, in cui – in un anno – il perdente è diventato vincente al 70% (è cambiato lui? Si erano sbagliati prima?) vuole rovesciare il cireneo/mediano, facendo le riforme con B., per non governare mai più con B. Parole sue.
Avrebbero mandato via Bersani perché non capiva il bene del Paese per eleggere Renzi che ha come fine quello di rovesciare uno del suo stesso partito e fare finalmente quello che Bersani faceva.
Come mai adesso ci possiamo permettere che il bene del Paese sia una divisione, le elezioni o il cambio di governo? Come mai adesso può andare bene uno che, sulla strategia politica, dice esattamente le stesse cose di Bersani, che andava male? Come mai Napolitano tentenna su Letta che lui stesso ci ha imposto?
Non è forse che i poteri – tutti solo economici – che governano davvero hanno deciso per un altro cavallo, più docile di Bersani, meno democristiano di Letta e più pulito di Napolitano?
Povero PD, da Partito Democratico a Partito Dominato.

Torpedine

Una risposta a “Cambiare cavallo”

  1. A proposito del “cambiare cavallo”, mi sembra che Torpedine abbia capito, però una decina di precisazioni sarebbero utili:
    1) Bersani non è stato silurato; ha scelto una strategia che si è rivelata perdente perché l’M5S non ha voluto collaborare nella creazione del governo; ha preso atto di ciò e si è ritirato in buon’ordine.
    2) Non è che l’Italia non può permettersi divisioni perché i padroni-partner europei non vogliono, ma perché il parlamento uscito dalle urne non permetteva alternative (come in Germania, tra l’altro); per cui le larghe intese è stata la cosa, oggettivamente, migliore.
    3) Vorrei sapere il nome di un politico italiano con un curriculum eccellente: Berlusconi? Monti? Brunetta? Vendola? Di Pietro? Di Battista? Tremonti? Renzi?
    4) Il fatto che il perdente al 30% di un anno fa sia diventato oggi il vincente al 70% non significa che gli elettori del PD si siano sbagliati un anno fa; è solo il segno di un partito in cui c’è un invidiabile livello di democrazia interna.
    5) Che le riforme si debbano fare insieme per evitare di governare insieme è un ragionamento che non fa una grinza.
    6) Le riforme non le stanno facendo per buttare giù il cireneo-mediano, ma per tentare di dare un inizio di risposta a questo Paese.
    7) Ribadisco che Bersani non è stato mandato via; ha fatto una scelta sbagliata per cui si è fatto da parte di buon grado.
    8) Che Renzi sia stato eletto per “fare finalmente quello che Bersani faceva” è il sintomo di un partito che ha chiari gli obiettivi e che per raggiungerli è in grado di cambiare modalità, strumenti e persone.
    9) Non è che “adesso ci possiamo permettere che il bene del Paese sia una divisione, le elezioni ed il cambio di governo”. Però se “il cireneo/mediano fa galleggiare l’Italia in modo tale che, senza lode, forse ci togliamo dai guai peggiori con ricette antiche da vecchia DC” forse è meglio cambiare il governo o andare alle elezioni.
    10) Che “i poteri che governano davvero abbiano deciso per un altro cavallo” è sotto gli occhi di tutti, non lo mandano a dire, non lo nascondono; probabilmente perché hanno lo stesso giudizio dell’attuale premier che ha Torpedine: “un buon mediano della politica come professione”.

    Pesce (ner)Azzurro

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