Carless love

Ieri, in una notte piovosa di guardia, mentre facevo zapping nel dormiveglia, mi sono imbattuto in uno dei concerti di Rai5 e subito mi sono risvegliato al suono dalla mano “slow” di Eric Clapton.
Era un concerto live al The Lincoln Center (NY) con Wynton Marsalis (chi??? Non lo conoscevo nemmeno io…) un famoso  trombettista jazz e compositore statunitense in cui sono stati rivisitati in chiave jazz alcuni “must” del Blues americano.
Bene, io sono capitato proprio su una canzone, a mio parere molto bella, “Carless love” di Bessie Smith.
Dopo averla ascoltata ed essere stato praticamente ipnotizzato dal “groove” sono andato a cercare il testo perché ero quasi certo, anzi lo speravo, che anche il significato rispecchiasse quel to have the blue devils, tradotto “essere tristi”, che dà origine alla musica Blues.
Beh in effetti non mi sbagliavo: è una canzone carica di tristezza, rimpianti e sofferenza per un amore non corrisposto, ma sempre e disperatamente cercato, anche a costo di farsi del male.
Allora, leggendo questa strofa mi sono ricordato di quello che diceva un mio amico ad una cena discutendo circa il peccato…

“Luhve, oh luhve, oh careless luhve,
in yo’ clutches Ah’m desire,
yo’ made me break uh many trae vow,
den yo’ set mah very soul on fire.

Amore, o amore, o indifferente amore,
ardo di desiderio fra i tuoi artigli,
mi hai fatto infrangere così tanti voti,
e hai gettato l’anima mia nel fuoco”

A volte ci sono cose che proprio non riesci a non fare, è più forte di te e tu non potrai farci proprio niente.
Mi viene da pensare che è proprio l’amore una delle cose più sconvolgenti per l’uomo, forse perché siamo fatti con un desiderio incolmabile di amare ed essere amati.

Acciuga