Cerco la vita

Studio e durante una pausa, una delle tante, apro Facebook: leggo dello schianto subito dall’elicottero del 118, del numero di vittime della tragedia dell’Hotel di Rigopiano, della paura di altre e più forti scosse di terremoto.
“Amica mia, che succede? Perché muoiono tutti? Perché la morte sta diventando sempre l’ultima parola? E io che cosa posso fare di fronte a tutto questo? Posso solo pregare?”
“No, puoi portare Cristo nel mondo. La Sua Resurrezione è la nostra splendida e unica umanità. Si torna a lavorare più forti di prima.”
Questo breve dialogo mi ha sfidata a ri-verificare qualcosa che avevo intuito qualche giorno fa, poco prima di ritornare a L’Aquila,la città dove studio.
Piano piano, tra ultimi esami e tesi si stanno chiarendo alcune questioni della mia vita: ciò che davvero mi appassiona, ciò che, intuitivamente, sono “chiamata a fare”.
Questa bellezza io non voglio perdermela.
Mi azzardo a dire che penso di trovarmi in un grande momento di grazia: cerco la vita, piuttosto che scappare dalla morte. A L’Aquila per me, paradossalmente, c’è la vita.
E così, destreggiandomi tra i vari impegni della giornata, non posso fare a meno di fare memoria di un Avvenimento che ha preso la mia vita e senza il quale una posizione del genere sarebbe fuori da ogni possibilità.
Ovvero una Presenza che salva tutta la mia umanità, fatta anche di dubbi e paure, arricchendola di una desiderio  che fa troppo rumore per restare inascoltato.

Dory