Che cosa l’uomo potrà dare in cambio della propria anima?

Il drammatico interrogativo che Gesù pone agli uomini – quello che, tra le altre cose, cambiò la vita di San Francesco Saverio quando lo udì pronunciato dalla voce di Sant’Ignazio di Loyola in una piazza di Parigi – mi è tornato in mente dopo aver letto l’ultima pagina di un breve ed interessante racconto di Henry James, La tigre nella giungla, Marietti.
Insieme alle parole di Gesù, mi è tornata in mente anche un’altra poesia, tratta dall’Antologia di Spoon River di E. L. Masters, alla quale sono molto legato:

George Gray

Molte volte ho studiato
il marmo che mi hanno scolpito –
una nave con la vela piegata in riposo nel porto.
In verità non ritrae la mia destinazione
ma la mia vita.
Poiché l’amore mi venne offerto ed io fuggii dalla sua delusione;
il dolore bussò alla mia porta, ma io avevo paura;
l’ambizione mi chiamò, ma io ero atterrito dai suoi rischi.
Pure tutto il tempo avevo fame di un significato nella vita.
E ora so che dobbiamo innalzare la vela
e cogliere i venti del destino
ovunque essi guidino la nave.
Dare significato alla vita può sortire follia,
ma la vita senza significato è la tortura
dell’irrequietezza e del desiderio vago –
è una nave che anela il mare eppur lo teme.

La prima volta che la ascoltai, a 17 anni, fui atterrito dall’idea di un uomo che, giunto alla fine della sua esistenza, si accorge di non avere mai vissuto, per cui dissi a me stesso – ma era più una domanda che una certezza – che a me non sarebbe accaduto. Pochi mesi dopo, il significato tanto desiderato fece capolino nella mia esistenza, e la mia divenne una domanda certa.
Anche John Marcher, il protagonista del racconto di James, vive nell’attesa di un evento straordinario, finendo però, in questo modo, per essere in fondo lo “spettatore” e non il protagonista della sua stessa vita, un po’ come il “Piccolo signor Friedemann” del racconto di Thomas Mann. Solo un evento tragico lo scuoterà da quella vita apparente, ma sarà troppo tardi.
Proprio dopo aver scritto queste brevi righe, mi è giunta la notizia di una mia amica di 49 anni che si è tolta la vita, e la verità drammatica della frase di Gesù si è amplificata a dismisura.
Perché è vero: per Dio l’umanità non è qualcosa da costringere, ma da chiamare nella libertà, ed è proprio dall’abisso incommensurabile della libertà che ciascun uomo tira fuori la personale risposta a quella ineludibile domanda: Che cosa l’uomo potrà dare in cambio della sua anima?

Pescespada