Che cosa succede? Trump, gli US e noi

Che cosa sta succedendo? Che cosa sta facendo Trump? Gli Stati Uniti lasceranno la difesa dell’Occidente? E quale giudizio dovrebbe dare un cattolico su tutto questo?
Alcune note, secondo lo stile de La Spigola, per poi proseguire il discorso.

  1. Trump sta facendo la politica che ci si attendeva e che aveva dichiarato, solo che ha cominciato dal primo giorno e con velocità inattesa: guerra culturale contro la woke culture e tutte le sue leggi a cominciare dalle quote razziali, taglio assoluto di tasse e spese pubbliche, lotta feroce all’immigrazione illegale, ricontrattazione bilaterale di tutti i rapporti internazionali.
  2. L’idea generale è tornare a un’America che sia diversa dal resto del mondo per libertà assoluta interna di parola e intrapresa, per capacità di premiare il merito, per forza produttiva. Qui c’è una concezione religiosa dell’eccezionalismo americano che si mischia con il libertarismo assoluto (ognuno faccia davvero ciò che vuole).
  3. In politica estera la direzione è sempre la stessa, che aveva anche Biden: il nemico è la Cina. Solo che si combatte in modo opposto: cercare di allontanare la Russia dalla Cina, costruire una grande alleanza con i Paesi arabi sunniti per dare a Israele sicurezza e non dare sponde all’Iran, contrastare economicamente l’avanzata cinese in ogni modo. La questione ucraina rientra in questo quadro: la guerra fa male all’economia e avvicina la Russia alla Cina, quindi occorre fermarla, anche rinunciando a questioni di principio, che evidentemente non gli sembrano importanti.
  4. Trump non ha mai amato e capito l’Europa. Vorrebbe rapporti bilaterali con ogni Stato.

Alcuni commenti da cattolico, italiano, europeo.

  1. La guerra culturale di Trump ci voleva per far finire la deriva del follemente corretto, della società patetica senza vera educazione e senza principi di merito, dove ogni anno si abbassa il livello di scuole e competenza. La politica dell’immigrazione è troppo dura, soprattutto nei suoi fondamenti teorici (per ora, nei fatti, sta facendo esattamente quanto Biden): il Papa ha scritto a tutti i vescovi americani per dire che, anche se ogni società deve accogliere solo quanto possibile, non è giusta la criminalizzazione dei migranti (ogni migrante è criminale) e, in ogni caso, i cattolici sono chiamati a servire e aiutare le singole persone anche quando sono criminali.
  2. Il libertarismo non è la concezione cattolica della libertà, che è sempre legata al vero e al giusto. Tuttavia, quando il vero e il giusto vengono imposti, tanto che la libertà religiosa viene soffocata, il libertarismo è una scossa salutare. Poi dovrà avere un freno.
  3. La tregua in Israele e i colloqui di pace per l’Ucraina sono una buona notizia. Bisognerà vedere, in entrambi i casi, come finirà la negoziazione. Il modo spregiudicato di trattare senza principi di giustizia non è il nostro, ma se porta a una pace giusta, ci ricrederemo. Sull’Ucraina le mosse di Trump mettono in luce la nostra ipocrisia perché fanno vedere che per ora il nostro grande impegno è sempre soprattutto a parole. Tolte quelle, vogliamo davvero sostenere Kiev?
  4. L’Europa la dobbiamo capire anche noi, e in fretta. Certo, nasce da grandi ideali, dalla libertà concepita cattolicamente e da un’idea di socialdemocrazia bella e nobile. Però così non va. O va verso uno Stato unico (Draghi, Bonino, Renzi, ecc.) o verso una Federazione politica vera con presidente eletto dal popolo. Oppure, in 4 anni finirà, e non sarà un bene. Gli Stati nazionali sono troppo piccoli per le condizioni economiche attuali e, per i cattolici, non sono mai stati una forma politica ideale.

Torpedine