
Che cosa sta succedendo? Che cosa sta facendo Trump? Gli Stati Uniti lasceranno la difesa dell’Occidente? E quale giudizio dovrebbe dare un cattolico su tutto questo?
Alcune note, secondo lo stile de La Spigola, per poi proseguire il discorso.
- Trump sta facendo la politica che ci si attendeva e che aveva dichiarato, solo che ha cominciato dal primo giorno e con velocità inattesa: guerra culturale contro la woke culture e tutte le sue leggi a cominciare dalle quote razziali, taglio assoluto di tasse e spese pubbliche, lotta feroce all’immigrazione illegale, ricontrattazione bilaterale di tutti i rapporti internazionali.
- L’idea generale è tornare a un’America che sia diversa dal resto del mondo per libertà assoluta interna di parola e intrapresa, per capacità di premiare il merito, per forza produttiva. Qui c’è una concezione religiosa dell’eccezionalismo americano che si mischia con il libertarismo assoluto (ognuno faccia davvero ciò che vuole).
- In politica estera la direzione è sempre la stessa, che aveva anche Biden: il nemico è la Cina. Solo che si combatte in modo opposto: cercare di allontanare la Russia dalla Cina, costruire una grande alleanza con i Paesi arabi sunniti per dare a Israele sicurezza e non dare sponde all’Iran, contrastare economicamente l’avanzata cinese in ogni modo. La questione ucraina rientra in questo quadro: la guerra fa male all’economia e avvicina la Russia alla Cina, quindi occorre fermarla, anche rinunciando a questioni di principio, che evidentemente non gli sembrano importanti.
- Trump non ha mai amato e capito l’Europa. Vorrebbe rapporti bilaterali con ogni Stato.
Alcuni commenti da cattolico, italiano, europeo.
- La guerra culturale di Trump ci voleva per far finire la deriva del follemente corretto, della società patetica senza vera educazione e senza principi di merito, dove ogni anno si abbassa il livello di scuole e competenza. La politica dell’immigrazione è troppo dura, soprattutto nei suoi fondamenti teorici (per ora, nei fatti, sta facendo esattamente quanto Biden): il Papa ha scritto a tutti i vescovi americani per dire che, anche se ogni società deve accogliere solo quanto possibile, non è giusta la criminalizzazione dei migranti (ogni migrante è criminale) e, in ogni caso, i cattolici sono chiamati a servire e aiutare le singole persone anche quando sono criminali.
- Il libertarismo non è la concezione cattolica della libertà, che è sempre legata al vero e al giusto. Tuttavia, quando il vero e il giusto vengono imposti, tanto che la libertà religiosa viene soffocata, il libertarismo è una scossa salutare. Poi dovrà avere un freno.
- La tregua in Israele e i colloqui di pace per l’Ucraina sono una buona notizia. Bisognerà vedere, in entrambi i casi, come finirà la negoziazione. Il modo spregiudicato di trattare senza principi di giustizia non è il nostro, ma se porta a una pace giusta, ci ricrederemo. Sull’Ucraina le mosse di Trump mettono in luce la nostra ipocrisia perché fanno vedere che per ora il nostro grande impegno è sempre soprattutto a parole. Tolte quelle, vogliamo davvero sostenere Kiev?
- L’Europa la dobbiamo capire anche noi, e in fretta. Certo, nasce da grandi ideali, dalla libertà concepita cattolicamente e da un’idea di socialdemocrazia bella e nobile. Però così non va. O va verso uno Stato unico (Draghi, Bonino, Renzi, ecc.) o verso una Federazione politica vera con presidente eletto dal popolo. Oppure, in 4 anni finirà, e non sarà un bene. Gli Stati nazionali sono troppo piccoli per le condizioni economiche attuali e, per i cattolici, non sono mai stati una forma politica ideale.
Torpedine