Chi vince, chi perde

Punto sulla situazione politica dopo le elezioni in Emilia Romagna e Calabria. Il centrosinistra vince in Emilia, anche se fatica un po’ più del solito e la Lega supera il 30%. Il centrodestra vince in Calabria. In entrambi i casi scompare il M5S. Il governo esce un po’ rafforzato dal risultato del PD, che ha ben organizzato comunicazione e sardine dietro a un buon candidato, anche se è minacciato dal dissolversi tempestoso del M5S. Salvini, che aveva puntato tutto sulla propria presenza, esce un po’ ridimensionato, nonostante i numeri, perché non riesce a rovesciare il sistema emiliano e il governo.
Le Regioni governate dal centrodestra passano a 13 con la Calabria, mentre 6 restano al centrosinistra.
Nel quadro generale non cambia molto: il centrodestra è ampiamente in maggioranza nel Paese ma governa una coalizione di minoranza dove ormai il M5S è allo sbando e prevale, nel bene e nel male, la linea prudente ma gregaria delle élite nostrane che appartengono al PD.
I cattolici che rimangono fermi nell’idea di votare partiti più vicini alla dottrina sociale della Chiesa (libertà di educazione, vita, pace, giustizia sociale) sono sempre sottorappresentati. Convintamente appartenenti al Partito Popolare Europeo, in Italia sono rappresentati solo – molto parzialmente – da una morente Forza Italia (2,5% in Emilia, 13% in Calabria). Il programma della dottrina sociale fatica a riconoscersi nei toni di Salvini e non riesce a sopportare il non popolarismo e le politiche etiche di PD e renziani. Insomma, occorre tenere saldo il timone dei giudizi e dei valori mentre si spera nell’apparire di un partito plausibile e di un leader.

La Spigola