CI SONO CASCATA ANCH’IO…

Ho ascoltato in diretta il discorso del premier Conte sull’ulteriore stretta delle misure contro il coronavirus.
Lì per lì – nella notte dell’ennesimo sabato sera chiusi in casa – mi ha convinto della necessità delle decisioni prese, della responsabilità del Governo, della presenza dello Stato, etc., etc…
Ma con la luce del giorno mi sono sorti alcuni interrogativi che le ore successive hanno accresciuto e pienamente giustificato.
Che senso ha comunicare delle disposizioni così gravi e impattanti a quell’ora di notte? Che responsabilità c’è nell’anticipare il contenuto normativo di un provvedimento non ancora definitivo e non ancora concordato – come dopo è emerso – con molte parti sociali (tra tutte Confindustria e Ordini professionali)?
Perché affermare che “si chiude tutto!” quando le eccezioni sono tante e doverose, come evidenziato dal lungo elenco che comprende le attività che restano aperte (ad esempio, nella mia famiglia – nonni compresi – nessuno è chiamato a stare a casa, così molti colleghi continuano ad andare al lavoro sebbene con tutte le sicurezze e le accortezze del caso).
Perché lanciare moniti “da domani serrata generale” per poi aggiustare il tiro rendendosi conto che per chi chiude davvero serve un certo preavviso; che so, per mettere in sicurezza i cantieri lasciati aperti il venerdì sera, per spegnere e svuotare i frigoriferi dei bar delle stazioni, per consegnare degli strumenti per lo smart working…
Confesso che – avvolta in una coperta sul divano – mi era piaciuto il paternalismo di uno che sembra prendere in mano la situazione e dice “state a casa e non vi preoccupate che a voi ci pensa lo Stato”. Ma non è così, non è mai così e non deve mai essere così. E meno male che questo “qualcuno” non è neanche tanto bravo nel fare il suo mestiere (anche se devo ammettere sta facendo tutto il possibile in una situazione “impossibile”) e così passa subito la tentazione di credergli davvero. Lo Stato c’è perché ci siamo noi, ciascuno con la propria grande responsabilità di fare ciò che gli è chiesto ogni mattina, che sia stare a casa o che sia andare a lavorare, per il bene di tutti e di ognuno, per un bene comune.

Sirenetta