Conoscere, da dentro

All’inizio di ogni vacanza passo in libreria (ma è vacanza anche un week end!), ed è stato così che, l’ultimo giorno dello scorso anno scolastico, mi sono imbattuta ne “Il sistema periodico”. Non proprio un’ultima uscita, pure – per me – una novità (dopo lo shock adolescenziale da “Se questo è un uomo” mi ero sempre tenuta a prudente distanza da Primo Levi…). Il titolo mi incuriosisce, acquisto, leggo. Nei circa 365 giorni successivi lo regalo a 3 persone, presto a 4, consiglio ad n, e – ovvio – propongo alcuni brani ai miei ragazzi.
Perché ne scrivo ora? Giorni fa un amico mi ha chiesto consiglio pro-regalo a nipote quindicenne (n+1!) e poi qualcuno potrebbe avere il mio stesso problema di inizio vacanza…
A questo punto dovrei dire qualcosa del libro, ma poiché di ciò e di chi amo non riesco a parlare, mi limito a trascrivere alcune righe.
Da “Cerio”, in cui un Primo Levi incredibilmente lieve descrive come è riuscito a sopravvivere al campo di concentramento rubando “tutto, salvo il pane dei miei compagni”:
“Sotto l’aspetto, appunto, delle sostanze che si potessero rubare con profitto, quel laboratorio era terreno vergine, tutto da esplorare. C’erano benzina ed alcool, prede banali e scomode: molti li rubavano, in vari punti del cantiere, l’offerta era alta ed alto anche il rischio, perché per i liquidi ci vogliono i recipienti. E’ il grande problema dell’imballaggio, che ogni chimico esperto conosce: e lo conosceva bene il Padre Eterno, che lo ha risolto brillantemente, da par suo, con le membrane cellulari, il guscio delle uova, la buccia multipla degli aranci e la nostra pelle, perché liquidi infine siamo anche noi. Ora, a quel tempo non esisteva il polietilene, che mi avrebbe fatto comodo perché è flessibile, leggero, e splendidamente impermeabile: ma è anche un po’ troppo incorruttibile, e non per niente il Padre Eterno medesimo, che pure è maestro in polimerizzazioni, si è astenuto dal brevettarlo: a Lui le cose incorruttibili non piacciono.”
Se poi siete giovani (o vecchi come me ma vivete tra i giovani) con un incolmabile desiderio di conoscenza perché “a scuola mi somministravano tonnellate di nozioni che digerivo con diligenza, ma non mi scaldavano le vene” … e … “tutti i filosofi e tutti gli eserciti del mondo sarebbero stati capaci di costruire questo moscerino? No, e neppure di comprenderlo: questo era una vergogna e un abominio, bisognava trovare un’altra strada” non potete negarvi la lettura di “Idrogeno”, che vi commuoverà soprattutto nel passo in cui Primo descrive l’esperienza di elettrolisi dell’acqua realizzata a sedici anni insieme all’amico Enrico, e lo stupore provato scoprendo che “era proprio idrogeno, dunque: lo stesso che brucia nel sole e nelle stelle, e dalla cui condensazione si formano in eterno silenzio gli universi”.
Forse avrei dovuto scrivere (almeno) che Levi era chimico, che per tutta la vita diresse un’azienda di vernici, che i nomi degli elementi che danno il titolo ai 21 capitoli sono spunti autobiografici… ma spero siate già in libreria,  quindi… buona vacanza!

Alice