Cose dell’altro Oceano (Parte 2)

Credevate fossi stata presa in ostaggio da qualche collezionista di crostacei, eh?!? E invece rieccomi qui, seduta sulla “sponda” del letto, a pormi la domanda fondamentale che ogni neopatentato alle prime guide inevitabilmente si pone: ma dove sono capitata? Dico davvero: cose dell’altro oceano.
Proverò a sdrammatizzare i quasi incidenti che questi occhi da scampo hanno fortunatamente scampato, per lasciarvi di seguito quella che spero potrà rivelarsi una lettura utile, qualora veniate improvvisamente e inspiegabilmente presi dalla malsana voglia di  addentrarvi negli oscuri abissi del traffico termolese.

“La prima regola del Codice della Strada è che non si parla del Codice della Strada”
Fondamentalmente, ho detto tutto. Che sia un guidatore di Foca Punto o di un possente fuorisabbia, l’automobilista medio ha la duplice e simultanea capacità di ignorare sistematicamente tutte le regole stradali e di pretendere con “enfasi” di avere sempre ragione.

“Non ti curar di loro ma guarda e passa”
Diciamocelo, nel cuore di ognuno di noi ci sarà sempre il posto per il piccolo cittadino smarrito che, nonostante la presenza sfavillante di strisce pedonali proprio a cinquanta metri da sé, nonostante il traffico intenso e la gente che si querela pur di infilarsi in una fetta di corsia, decide di sacrificare la vita all’asfalto e si butta tra le macchine, magari convinto che il tempo stesso, in quel preciso istante, si fermerà, per permettere il passaggio della figura leggendaria del sommo pedone.
Ebbene, stesso ragionamento vale per l’automobilista che, avvistate e scannerizzate le strisce, non mostra segni di cedimento o frenata alcuna: male che va, sarà fritto misto.

“Un semaforo per domarli tutti”
Una luce verde-alga in lontananza illumina le più rosee speranze di chi, di fretta e furia, giunge dai confini del mondo, semplicemente desiderando di attraversare l’incrocio nei cinque minuti concessi da questo residuo dell’architettura viaria del Novecento. I più fortunati possono approfittare ancora del giallo, messagger che porta pena e luuuunga attesa.

“Rose, ti fidi di me? Sì, Jack, mi fido di te.”
Momento di titubanza ad un incrocio, soprattutto ad una rotatoria, quando gli sguardi spauriti di due o più automobilisti si incrociano e..boh. “Passi tu? Passo io? No, ma vai prima tu” – magari associato a gesto di cortesia con la mano con cui si accompagna chi si ha di fronte. “Grazie, ma non ho fretta, prego, vada lei” – in risposta, ecco un sorriso a trentadue denti e sguardo ammiccante. Verrebbe quasi voglia di fermare tutto e allestire un grande party inglese del “the delle cinque” giusto sullo spartitraffico.

“Francamente, me ne infischio”
Evidentemente hanno avuto la stessa mia idea, al punto precedente espressa, anche coloro che amano parcheggiarsi ai margini di una rotonda, regalando a molti il brivido del Flipper dal vivo. Taluni sperano di calmare le acque lasciando il motore acceso, con messaggio subliminale “Tanto Tonno Subito”, che, però, il più delle volte non sortisce alcun effetto. Che importa, in fondo, se si rischia di bloccare la circolazione o provocare incidenti?!? Nella vita ci vuole forza e corallo!

Per concludere, quel che mi è più caro:

Che la Freccia sia con te!”
Che dire di tutti coloro che hanno abbandonato, o mai intrapreso, l’uso dell’indicatore di direzione? Guidare dietro di voi è come giocare in borsa: può succedere tutto all’improvviso. Certo, bisogna anche essere fortunati! Magari capita una Volkswagen Lupo e tocca avere a che fare col “Wolf of Wall Street”.

Ogni riferimento è del tutto casuale. Forse.
Sperando di non avervi annoiato troppo, vi auguro un buon proseguimento di giornata, ma ricordate: “La strada è come una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita!”

Senza Scampo