DALLA SPAGNA CON FURORE ALLO STALLO CON DELIRIO

ovvero IL SISTEMA DELLE PERENNI ELEZIONI

Cari amici de “La Spigola”, Renzi mettendo la fiducia su un disegno di legge di iniziativa parlamentare (DDL Cirinnà), con a tema le unioni civili, ha fatto una porcata.
Il gesto, di eminente “valenza politica”, indurrà molti (come il mondo marino della Spigola) a votare NO al prossimo referendum sulle riforme, esprimendo, in questo modo, il proprio dissenso contro questo governo (il “ce ne ricorderemo” del Family Day, per intenderci).
Sarei anch’io per questa scelta se non nutrissi forti dubbi sulla sua “convenienza politica”, cioè se è fatta per il bene del popolo italiano e per governare meglio il Paese.
Se non dovesse passare la riforma di ottobre, Renzi salirà le scale del Quirinale per consegnare le dimissioni nelle mani di Mattarella; questi, dopo le consultazioni, impossibilitato a sciogliere il Parlamento (per i troppi impegni in agenda nel 2017) sarà costretto a ridare l’incarico al suddetto (o magari a Letta?), non essendoci un’altra coalizione in grado di sostenere un governo.
Renzi, anche se ha detto che lascerà il governo se non dovesse vincere il SI, “per il bene superiore del Paese” accetterà l’incarico e governerà fino alla fine della legislatura.
Nel 2018 si andrà al voto. Con quale sistema elettorale? Per eleggere la Camera con la nuova legge, mentre per l’elezione del Senato, non essendo andata in porto la riforma, con un sistema proporzionale. Alè! Sono proprio curioso di vedere chi sarà in grado di formare uno straccio di governo. Il M5S? E con chi, da solo? Il duo Salvini-Meloni più Forza Italia? PD + Area Popolare? Chiunque piuttosto che Renzi? Mah!?!Boh!?!
Uno scenario del genere si profilerebbe anche nel caso, poco probabile, in cui il Presidente della Repubblica sciogliesse le Camere a ottobre dopo le dimissioni di Renzi e si andasse al voto subito.
In altre parole, con il successo del NO ci ritroveremo con il vecchio Senato elettivo che dovrà dare la propria fiducia al Governo e che, siccome dovrà essere eletto col sistema proporzionale della vecchia legge, renderà di nuovo ingovernabile il Paese e lo condannerà ad una situazione di stallo nella quale – in maniera furibonda – si cercheranno soluzioni che, di delirio in delirio, ci porteranno ad un’epoca di perenni elezioni, come in Spagna, per capirci. Con buona pace della disaffezione degli italiani per la politica.
A me tali scenari paiono alquanto poco confortanti, per l’Italia e per il suo popolo. Però, se vi piace così!
Se, invece, la riforma (possiamo in altra occasione entraci nel merito) passa, voteremo nel 2018 con una nuova legge elettorale che, quanto meno, garantirà un governo al Paese. Magari nel frattempo nasce e si sviluppa anche un’alternativa credibile a Renzi e al renzismo.

Vostro,

Pesce (ner)Azzurro