Dietro un banco

Dietro un banco.
Occhi persi dietro un banco.
Speranze. Arrabbiature. Sogni. Tristezze. Pianti. Desideri. Domande. Ideali. Passioni. Doveri. Litigi. Amori. Amicizie. Ricordi. Ferite. Sorrisi.
Tutto questo, dentro occhi, dietro un banco.
Si apre la porta. Ci si alza. Volti di prof si alternano dietro una cattedra.
Quattro mura contengono tutto e tutti. Tutte quelle vite intrappolate dentro un cubo. La libertà è solo fuori da quelle finestre.
Sembra irraggiungibile.
Questo è quello che ha portato il meteorite della scuola e della routine che ha colpito tanti ragazzi pochi giorni fa.
Un inferno direte voi… Forse avete ragione, forse no.
È mai possibile lasciar fuoriuscire tutto quello che contengono quegli occhi persi di tanti ragazzi alla ricerca? È mai possibile superare quei banchi e quelle cattedre che ci ostacolano e dare inizio a un mondo fatto di dialoghi, veri dialoghi? È mai possibile sentire addosso il “profumo della libertà” rinchiusi in quattro mura? È mai possibile, in questo inferno, trovare e seguire una Beatrice che ci guidi verso il paradiso apparentemente irraggiungibile?
Secondo me sì.
E sapete che vi dico? Che una semplice poesia di Leopardi può corrispondere a voi, a noi! A tutti i nostri problemi! Lui aveva i nostri stessi desideri! Anche Dante, come noi, si sentiva vuoto e perso, ma ha avuto il coraggio di affidarsi. Come noi, Pascoli si sentiva impotente di fronte alla morte!
C’è vita anche nella scuola, basta aprire gli occhi, il cuore e il cervello.
Brunori Sas ne “La verità” canta: ” ma te ne sei accorto sì, che non hai più le palle per rischiare?”. Forse è proprio così, anche nella scuola, non sappiamo più fidarci di quei libri, di quei prof. Ne “La verità” c’è anche un altro pezzo che dice: “la verità è che non sai rinunciare a quelle quattro o cinque cose a cui non credi neanche più.” Io, l’anno scorso, ho capito grazie a prof e amici che quelle quattro o cinque cose si possono riscoprire anche nello studio.
Quest’anno invece è iniziato come una bomba ingestibile, ma in questa confusione da primi giorni, le lezioni di una prof, su cui avevo perso le speranze, mi hanno ridestato ed è stato proprio questo stupore e questa meraviglia a farmi capire che qualche volta ci si deve fidare e avere “le palle per rischiare” anche nella scuola… che magari sembra non c’entrare più con noi.
Se vi lasciate affidare al disegno di Qualcuno più grande, scoprirete che c’è un di più anche in questo inferno.

Il gambero