DOPO IL VOTO

Senza un fondamento nella legge naturale le società diventano instabili e il male morale diventa ammissibile. E’ difficile per lo Stato decidere cosa è bene per l’uomo se smarrisce il riferimento prepolitico alla legge morale naturale e una visione ‘razionale’ della realtà, e la democrazia si indebolisce quando viene indebolita la fede nella razionalità.

Anche la maggioranza può prendere decisioni sbagliate o dannose, soprattutto se il concetto di bene comune diventa incerto, e se non c’è consenso nemmeno sui fondamenti antropologici della legge. Fino all’irrompere dell’Illuminismo le società erano governate con una buona comprensione della legge morale, poi quell’insieme organico è entrato in crisi.

Soprattutto l’Occidente è testimone di uno scuotimento dei fondamenti antropologici della democrazia. Le democrazie occidentali presumono che politici e partiti presentino e difendano i loro programmi politici su basi razionali. Ma oggi questo sembra un’utopia, l’immagine della realtà è diventata molto complicata. Ci deve essere molto coraggio perché qualcuno creda alle premesse fondamentali di un programma politico, così che l’organo eletto, basato su una maggioranza democratica, possa contare sulla fiducia della società. Sembra essere un circolo vizioso.

Moscardino