E noi senza forcone?

Negli ultimi giorni Torino e altre città di Italia sono state prese d’assalto dalle proteste montate dal movimento dei forconi. Partendo dal presupposto che le proteste sono chiara espressione di disagi reali che il popolo vive quotidianamente, non è giustificata l’estrema violenza che muove ed alimenta questo tipo di manifestazioni, non fosse altro per il fatto che un modo di fare come quello della guerriglia e dei tafferugli non porta a nulla e non è costruttivo. In ogni caso ieri sera mentre ero seduto davanti al mio PC mi sono chiesto: ma io di fronte a questo, cosa dico? Di fronte ai disagi reali che il nostro popolo sta vivendo, cosa dico, cosa faccio? Se non è quello il modo giusto di muoversi, allora come se ne esce? E non ho potuto fare a meno di guardare alla mia esperienza… infatti avevo appena finito di parlare con i miei amici per prepararci al Consiglio di Amministrazione e per capire quale fosse la soluzione migliore per alcune questioni universitarie. Domattina invece butteremo giù delle ipotesi per organizzare una convention studio con i nostri compagni di corso. Non ci siamo armati di forconi (almeno per ora) ma a mio parere, con gli occhi un ideale ben preciso di università, anche noi contribuiamo a questa “rivolta sociale” partendo da un’ipotesi di come dovrebbero essere cambiati gli ambienti che frequentiamo quotidianamente.

Cannolicchio