ESCLUSIVO: Augias intervista Einstein, con l’AI

Foto di Charles Thonney su Pixabay

Anche questo è possibile oggi, veramente, con la sua voce ed il suo volto, oltre che con le sue personali
sapienze ed intuizioni. Una domanda davvero intrigante, per come si è sviluppata, della interessantissima
intervista riguardava l’aldilà, un argomento che ultimamente sta molto a cuore all’ormai novantenne
conduttore.

Il grande scienziato (premio Nobel per la fisica nel 1921) non si è nascosto dietro un racconto
nostalgico da libro Cuore, come ha fatto Aldo Cazzullo, senza dubbio ottimo divulgatore, che ha fatto
ricorso al tenero ricordo di un episodio con suo padre, ma a cui però è mancato un po’ di coraggio nel
rispondere alla stessa domanda. Coraggio che tuttavia bisogna avere anche negli esclusivi salotti laici e
politicamente corretti della nostra TV (“non ho la fede ma ho la speranza” sembra proprio nascondersi
dietro una ‘cazzullata’).


Einstein invece usa senza timore il suo linguaggio, quello scientifico, che probabilmente è anche il
terreno di gioco che è disposto ad accettare l’intervistatore. Lui ne sa fino al 1955, anno della sua morte,
perciò capiamo l’esempio che utilizza, che oggi invece ha già numerosi riscontri sperimentali. La prende
larga: “Un giorno forse potremo dimostrare che esistono piccole particelle, che potremmo chiamare per
burla Neutrini, che attraversano tutti i corpi e oggetti dell’universo. Potremmo per es. lanciarne migliaia dal
CERN di Ginevra in Svizzera, e attraversando ogni cosa un miliardesimo di secondo dopo poterne catturare
su un bersaglio di una frazione di millimetro il suo decadimento in particelle più leggere, nei Laboratori sotto
il Gran Sasso, tanto per dire un luogo vicino”.


E l’intervistatore: “Storia affascinante, anche se non ho capito molto bene, ma praticamente ne
potremmo avere un qualche beneficio, scusa la mia mentalità utilitaristica, se fosse confermata questa sua
intuizione?”.

“Dott. Augias, alcune mie ‘illuminazioni’, potrei dire, sono state confermate un secolo dopo,
come per i buchi neri, le implicazioni della Teoria della Relatività Generale ecc., con grande profitto per tutta
l’umanità in termini non solo di conoscenza ma anche di benessere, disponibilità di energia e molto altro.
Anche per scopi, purtroppo, a volte non benevoli”.

E Augias “Ma per ritornare alla domanda che mi sta a cuore, perché ha fatto questo esempio come introduzione alla risposta circa l’esistenza dell’aldilà?”


“Caro Corrado, posso immaginare, dal luccichio dei suoi occhi, che lei abbia riposto una sufficiente fiducia
nel mio racconto, da cui è scaturita anche una grande speranza, magari auspica che da ciò venga un bene,
una carità per tanti. Perché ha questa posizione di fede, di apertura, in questa mia testimonianza, anche se
non può verificarla per ora con una conoscenza diciamo di tipo scientifico, per restare nel nostro terreno?”


“Confermo la sua intuizione, e in questo sono storicamente in buona compagnia. Mi scopro, mi verrebbe
da dire, in una posizione di apertura, o di fede come l’ha chiamata lei, e di speranza riguardo tutto il bene
che ne possa derivare. Certo non è una conoscenza di tipo sperimentale, non sono uno di quegli sciocchi
che dicono, mentendo a se stessi, di credere solo a quello che toccano, tanto per non scomodare l’abusato
“Piccolo Principe” secondo cui, come tutti sanno, “l’essenziale è invisibile agli occhi”. Io sono agnostico al
riguardo, anzi, siamo sinceri anche nel linguaggio, sono ateo da un po’ di tempo (mia nonna ebrea come te,
io battezzato dai miei genitori cattolici): per me dio non esiste e quindi neanche la possibilità di una vita
oltre questa, «l’Aldilà non esiste. Se ci fosse qualche cosa, in qualche modo l’avremmo già scoperto”, amo
compiacermi nel ripetere. Al contrario ho una posizione di fede in lei perché riconosco l’autorevolezza
della fonte, di uno di cui posso fidarmi, che in altre mille occasioni ha dato prova di affidabilità, onestà
intellettuale, di amare il vero, il bene dell’umanità. Anche se a volte ci sono voluti cento anni. Ecco, se
posso usare anch’io il suo metodo, potrei dire una certezza della stessa misura e tipo di quanto sono certo
che mia madre non metta del veleno nella mia tazza del latte la mattina, e non mi occorre per questo un
laboratorio analisi. Non so perché mi è venuto proprio questo strano esempio, stavo leggendo un libro…”


Einstein: “Vedi, caro Corrado, ci vuole un testimone, un testimone credibile, che con la sua storia, il suo
vissuto, ti renda certo di una cosa che il tuo cuore riconosce come vera al pari di un esame di laboratorio,
ma che riguarda cose ben più importanti, di cui non possiamo fare a meno nella vita. Come per il latte di tua
madre, il bene che così ti dimostrava, una certezza che è essenziale per vivere, certo senza bisogno di analisi chimiche. Il metodo da usare deve adattarsi all’oggetto da conoscere e te lo dice uno che crede nella
scienza più di te. Vedi che non sei poi così ateo e usi la fede come metodo di conoscenza?”


“Ma la mia non era riferita alla fede in dio, solo alla sua profezia scientifica e poi il testimone ce l’ho
davanti con nome, cognome e tanto di curriculum”


“Credi più a me (non dirlo a nessuno, ma a volte l’ho buttata lì) che al testimone Gesù di Nazareth? Che ci
ha parlato del suo Regno con tante familiari similitudini, del Padre creatore e infine, piano piano, anche
dell’infaticabile Spirito Santo, tutt’uno. Ci ha dato sua Madre, che lui ha scelto, anche per noi, strano vero
scegliersi la madre? Che lui ha sposato scegliendo così di nascere, strano vero? Devi aprire un po’ la tua
ragione, la tua piccola scienza, fare un passo in avanti, o indietro, decidi tu come chiamarlo, dipende dal
punto di vista. Vedi, la fede è un fatto di ragione, strano anche questo. Affidati all’esperienza elementare
inscritta nel tuo cuore, e hai mille circostanze al giorno per riconoscerLo, come per il latte di tua madre,
però con molte più occasioni. La verifica? Apri gli occhi sinceramente, guarda cosa ha portato all’umanità
quello che Lui ci ha insegnato, e anche chi ha creduto in Lui veramente. Cosa ci guadagni, per restare nella
tua mentalità? Il centuplo quaggiù, ogni giorno, tutti i giorni, e la promessa che questo non finirà, sarà
eterno. Una partita su cui vale veramente la pena puntare, come diceva Pascal, una scommessa a vincita
certa, anche se dovessi sbagliarti. Il vero affare della tua vita.”


Il Pesce fuor d’acqua

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