“Favole al telefono” di Gianni Rodari

Per festeggiare i cento anni dalla nascita di questo grande scrittore voglio regalarvi una delle mie Favole al telefono preferite…

“Favole al telefono” di Gianni Rodari
Luce from Pixabay

La scorsa estate, desiderando fare un regalo a un giovanissimo amico, sono entrata in libreria e ho ripescato un classico della mia infanzia, le straordinarie “Favole al telefono” di Gianni Rodari.

Il filo che lega i racconti è semplice: il ragionier Bianchi, rappresentante farmaceutico di Varese, durante la settimana è sempre in giro e rientra a casa soltanto la domenica. Ma ogni sera, alle nove in punto, telefona alla sua bambina per raccontarle una favola.

“Mi hanno detto che quando il signor Bianchi chiamava Varese le signorine del centralino sospendevano tutte le telefonate per ascoltare le sue storie. Sfido: alcune sono proprio belline.” 

Per festeggiare i cento anni dalla nascita di questo grande scrittore voglio regalarvi una delle mie Favole al telefono preferite…le altre andrete a cercarle in libreria per leggerle insieme a qualche amico piccini.

 

GIACOMO DI CRISTALLO

(clicca qui , ma solo se hai meno di sei anni o sei alto meno di un metro!)

Una volta, in una città lontana, venne al mondo un bambino trasparente. Attraverso le sue membra si poteva vedere come attraverso l’aria e l’acqua.

Era di carne e d’ossa e pareva di vetro, e se cadeva non andava in pezzi, ma al più si faceva sulla fronte un bernoccolo trasparente. Si vedeva il suo cuore battere, si vedevano i suoi pensieri guizzare come pesci colorati nella loro vasca. Una volta, per sbaglio, il bambino disse una bugia, e subito la gente poté vedere come una palla di fuoco dietro la sua fronte: ridisse la verità e la palla di fuoco si dissolse. Per tutto il resto della sua vita non disse più bugie.

Un’altra volta un amico gli confidò un segreto, e subito tutti videro come una palla nera che rotolava senza pace nel suo petto, e il segreto non fu più tale.

Il bambino crebbe, diventò un giovanotto, poi un uomo, e ognuno poteva leggere nei suoi pensieri e indovinare le sue risposte, quando gli faceva una domanda, prima che aprisse bocca.

Egli si chiamava Giacomo, ma la gente lo chiamava «Giacomo di cristallo», e gli voleva bene per la sua lealtà, e vicino a lui tutti diventavano gentili.

Purtroppo, in quel paese, salì al governo un feroce dittatore, e cominciò un periodo di prepotenze, di ingiustizie e di miseria per il popolo.

Chi osava protestare spariva senza lasciar traccia.

Chi si ribellava era fucilato.

I poveri erano perseguitati, umiliati e offesi in cento modi.

La gente taceva e subiva, per timore delle conseguenze.

Ma Giacomo non poteva tacere. Anche se non apriva bocca, i suoi pensieri parlavano per lui: egli era trasparente e tutti leggevano dietro la sua fronte pensieri di sdegno e di condanna per le ingiustizie e le violenze del tiranno.

Di nascosto, poi, la gente si ripeteva i pensieri di Giacomo e prendeva speranza.

Il tiranno fece arrestare Giacomo di cristallo e ordinò di gettarlo nella più buia prigione.

Ma allora successe una cosa straordinaria.

I muri della cella in cui Giacomo era stato rinchiuso diventarono trasparenti, e dopo di loro anche i muri del carcere, e infine anche le mura esterne.

La gente che passava accanto alla prigione vedeva Giacomo seduto sul suo sgabello, come se anche la prigione fosse di cristallo, e continuava a leggere i suoi pensieri.

Di notte la prigione spandeva intorno una grande luce e il tiranno nel suo palazzo faceva tirare tutte le tende per non vederla, ma non riusciva ugualmente a dormire.

Giacomo di cristallo, anche in catene, era più forte di lui, perché la verità è più forte di qualsiasi cosa, più luminosa del giorno, più terribile di un uragano.

(Gianni Rodari “Giacomo di cristallo” – Favole al telefono)

 

Alice