Godibile romanzo che ci presenta il novello investigatore Vitale Federici all’opera nella Urbino pontificia che sta per essere sconvolta dalle truppe e dalle idee rivoluzionarie transalpine. Il fresco dottorato in filosofia viene coinvolto nell’omicidio del suo protettore padre Fernando Lamberti, dell’ordine degli Scolopi e cattedratico universitario. L’indagine si svolge nel mondo della curia cittadina e del prestigioso ateneo e sulla passerella sfilano il rettore, l’arcivescovo, il legato pontificio e gli aderenti alla confraternita degli Assordati; e sotto l’attenta supervisione delle guardie svizzere compaiono anche l’architetto Valadier e una mappa attribuita al genio delle fortificazioni Francesco di Giorgio Martini. Nel clima di forte contrasto ideologico tra i fautori dell’Illuminismo e i conservatori, il Federici, discendente da un ramo secondario dei Montefeltro, acquisita la cattedra del suo predecessore, si trova a dover esaminare una serie di delitti. La chiave di lettura è il leggendario ninfeo precristiano che si dice esistere nel sottosuolo della città. Il crollo della cupola della cattedrale e le fenditure createsi nella cripta costringono Vitale ad un improbabile ma emozionante esplorazione delle gallerie sotterranee e delle catacombe millenarie con la prevedibile scoperta del famoso ninfeo. Come da copione i cattivi (anche nel 1789, immaginato dall’autore, era ben netta la distinzione tra buoni e cattivi) saranno assicurati alla giustizia.
Pesce Palla