Ideologia vs Ragione

Da qualche giorno resiste sulle pagine web dei maggiori quotidiani un articolo sulle polemiche scatenate dalla diffusione di una foto che ritrae l’on. Vito Crimi (capogruppo M5S al Senato) mentre viaggia in prima classe sul Frecciarossa Roma-Milano. La notizia in questione non sarebbe di per sé una notizia, dato che l’Alta Velocità è nella quotidianità di chiunque deve spostarsi in giro per l’Italia, ed invece è finita nelle prime pagine dei giornali perché il Movimento 5 Stelle è da sempre schierato contro la realizzazione delle linee ferroviarie ad Alta Velocità e contro gli hotel di lusso e i viaggi in prima classe, simbolo dei privilegi della casta.
A mio avviso, al contrario di quanto emerso sui giornali e sui social network, il punto interessante non è la presunta mancanza di coerenza, sia perché lui si è giustificato dicendo che quel giorno c’era sciopero dei treni e quello era l’unico modo per tornare a casa, sia perché la mia vita (come quella di chiunque) è piena di incoerenze e tradimenti, quindi non possiamo poggiare la speranza di rinnovamento (quanto mai necessario in questo momento) nella capacità di coerenza di un uomo.
L’aspetto che mi faceva pensare è che una posizione ideologica e a priori (come quella che spesso assumono i grillini) deve necessariamente tenere fuori un pezzo di realtà. L’ideologia prende un aspetto, lo estrae dal contesto nel quale è emerso e lo fa diventare l’unico elemento da guardare e su cui fondare il giudizio, quindi necessariamente oscura altri fattori che invece sono presenti. La ragione è, invece, proprio la capacità che l’uomo ha di rendersi conto di tutti i fattori in gioco nella realtà, che di per sé è complessa.
Nel caso specifico, basta essere leali con quello che si vive ogni giorno per rendersi conto che l’Alta Velocità può essere un bene per la collettività, e quindi occorre trovare un equilibrio tra rispetto della natura e avanzamento tecnologico; così come in un momento di crisi sicuramente c’è la necessità di ridurre gli sprechi ed eliminare i privilegi, ma bisogna comunque garantire a chi viene eletto di poter svolgere al meglio il proprio mandato, con un’indipendenza economica da altri poteri e la possibilità di vivere e viaggiare in condizioni di benessere.
La cosa che mi colpiva è che spesso ci ritroviamo ideologici anche nella vita quotidiana, mettendo in atto lo stesso meccanismo per cui un fattore diventa l’unico metro di giudizio. Questo veniva fuori ieri sera a cena con alcuni amici universitari, che in queste settimane sono impegnati nelle elezioni universitarie. Mi raccontavano che parlando con amici e compagni di classe, con cui studiano e vivono tutti i giorni, per proporre loro di candidarsi o di sostenere la loro candidatura, a volte si sono sentiti rispondere che “a priori non vogliono candidarsi in una lista in cui ci sono dei cattolici” o che “non voto chi è finanziato dalla Chiesa e da Formigoni”, dovendo eliminare alcune evidenze eclatanti emerse nella convivenza, per cui sarebbe proprio ragionevole sostenere un amico che nel tempo hai conosciuto e sai con certezza che si muove per il bene comune e “sa quel che dice e non vuole fregarti”.
E’ la sfida di tutti i giorni: usare davvero la ragione per costruire e scegliere in base alle evidenze che abbiamo nella vita, abbracciando tutta la realtà come “data”, o affermare solo un piccolo particolare di essa, facendo finta che il resto non ci sia!

Tursiope