Sabato 25 novembre ho partecipato come volontaria alla Colletta Alimentare, insieme ad alcuni miei allievi e a studenti di vari Licei torinesi. Era da alcuni anni che mancavo all’appuntamento. Il gesto è semplicissimo: alcuni distribuiscono i volantini all’ingresso invitando chi si affretta ad entrare nel supermercato a donare qualche prodotto al Banco, altri costruiscono le scatole di cartone, altri raccolgono i sacchetti gialli dai carrelli posti di fronte alle casse, altri ancora dividono i prodotti per tipo negli scatoloni. Primo dato interessante: in un grande gesto di carità c’è posto per tutti. Tutti possono partecipare con le loro caratteristiche ed ogni azione è fondamentale e ugualmente importante per il tutto, per lo scopo. Se non hai molta manualità e le scatole ti vengono storte, sei magari la persona più adatta a ringraziare con un largo sorriso chi timidamente porge il sacchetto giallo ricolmo! Se sei timido e non riesci a fermare la gente davanti al supermercato, sei magari disponibilissimo a catalogare i colli da caricare sul camion!
Secondo dato interessante: il bene unisce. Quando si compie un gesto di bene, è evidente dal fatto che ti mette insieme, con grande semplicità e immediatezza. Così accade che sei più unita oggi di ieri ai tuoi allievi. Così accade che ti trovi a lavorare fianco a fianco con ragazzi appena conosciuti, di cui conosci a malapena il nome. Così accade con la donna che arriva e inaspettatamente ti lascia un carrello intero pieno di alimenti di ogni genere e tipo, dicendo solamente: “Questo è per voi”. E se ne va, con gli occhi pieni di gioia, senza neppure una piccola sporta per sé. Non so chi sia quella signora, ma da oggi è entrata nella mia vita. Il bene unisce e fa bene innanzitutto a sé.
Stella Marina