IL COR HA UN SOL DESIR

E’ ormai da una settimana che, tutte le sere alle 21, con un po’ di cari amici ci vediamo in video call per pregare insieme e chiedere la protezione, la guarigione degli ammalati e la fine di questa epidemia.
La prima sera abbiamo introdotto la preghiera ai nostri bimbi (che avvertono quanto noi la precarietà della situazione) dicendogli: bisogna che domandiamo ai nostri guerrieri del cielo e, se lo facciamo insieme, la domanda è più grande e più forte.
Infatti terminiamo sempre affidandoci al guerriero per eccellenza, san Michele Arcangelo.
Mi colpisce come questo gesto, nato più per i nostri bimbi che “vogliono rivedere presto gli amici”, sia diventato quello che io attendo maggiormente in queste giornate così caotiche.
A proposito di grandi domande e di qualcuno a cui poterle porre (anche piangendo!), stamattina mi è venuta in mente questa bellissima aria di Verdi tratta dall’opera don Carlo, intitolata “Tu che le vanità”.
Il dramma umano lì è un altro (che se volete, poi approfondite!), ma che “il core ha un sol desir: la pace dell’avel” (intesa come felicità eterna), direi che riguarda tutti.
“se ancor si piange in cielo, piangi sul mio dolor, e il tuo col pianto mio reca appié del signor”
Ve la propongo, cantata dalla splendida Maria Callas.

Scena ed Aria:
(Elisabetta entra lentamente assorta nei suoi pensieri, s’avvicina alla tomba di Carlo V e s’inginocchia)
“Tu che le vanità conoscesti del mondo
e godi nell’avel il riposo profondo,
se ancor si piange in cielo, piangi sul mio dolor,
e porta il pianto mio al trono del signor.
Carlo qui dée venir! che parta e scordi omai…
A Posa di vegliar sui giorni suoi giurai.
Ei segua il suo destin, la gloria il traccerà.
Per me, la mia giornata a sera è giunta già!
O Francia, nobil suol, sì caro ai miei verd’anni!
Fontainebleau! ver voi schiude il pensiero i vanni.
Giuro eterno d’amor là dio da me ascoltò,
e quest’eternità un giorno sol durò.
Tra voi, vaghi giardin di questa terra ibéra,
se Carlo ancor dovrà fermare i passi a sera,
che le zolle, i ruscel’, i fonti, i boschi, i fior,
con le loro armonie cantino il nostro amor.
Addio, bei sogni d’ôr, illusïon perduta!
Il nodo si spezzò, la luce è fatta muta!
Addio, verd’anni, ancor! cedendo al duol crudel,
il core ha un sol desir: la pace dell’avel!
Tu che le vanità conoscesti del mondo
e godi nell’avel d’un riposo profondo,
se ancor si piange in cielo, piangi sul mio dolor,
e il tuo col pianto mio reca appié del signor.”

Buon ascolto!!

Razza