Un libro su San Francesco? Uff, che storia risaputa! Senza contare la risonanza mediatica del santo di Assisi dopo l’elezione di papa Bergoglio: povertà, umiltà, semplicità vengono ripetute qua e là come esempio o come monito per chi povero, umile e semplice sembra non essere.
Anche per questo consiglierei a tutti questa opera di Louis de Wohl (“Il gioioso mendicante”, Bur, 2013). La persona di San Francesco riesce ad attraversare le pagine per farsi incontrare, seppur nella scorrevolezza di un racconto esplicitamente romanzato e con varie divagazioni storiche e fantasiose.
Ciò che rende reale questo incontro è la lotta che si genera – nei personaggi come nel lettore – tra fascino e follia, dove qualcosa del cuore resiste (anche valorosamente) ad un mistero inconcepibile a cui si può solo cedere senza sponde.
E’ troppo la semplicità di Francesco e insieme è così desiderabile il suo abbandono alla Provvidenza.
Un cavaliere si innamora di Santa Chiara e le regala per chiederla in sposa un’essenza saracena pregiata chiamata “Profumo di paradiso”. Ma lei aveva scelto di sposare Madonna Povertà. “Nemmeno così, con il cranio malamente rasato, appariva brutta. Al contrario irradiava una bellezza assoluta. E tuttavia era una bellezza strana, soprannaturale, come lo spirito di un altro mondo, poderoso, puro e intoccabile, che provocava in lui un misto di deferenza e sgomento. Provò una fitta al cuore. Aveva davanti agli occhi l’essenza esatta di ciò che amava in lei”. E perciò il cavaliere scappa via lontano: “Il Profumo di Paradiso pensò incupito… Doveva allontanarsene il più possibile. Perché ti spezzava il cuore”.
Lo stesso Francesco deve lottare per la contraddizione umanissima tra verità e misericordia quando si tratta di decidere sull’Ordine e sulla Regola. “In senso mistico, tu sei l’Ordine e i Frati Minori. Il tuo corpo è cresciuto, come quello della Chiesa. La Chiesa è un organismo vivente. E lo stesso vale per il tuo Ordine… So esattamente come ti senti, Francesco. Ma molto dipende da te e dal tuo esercito, e riesco a immaginare ben poche cose altrettanto tristi e pericolose quanto il persistere della discordia tra te e i tuoi fratelli. Quando uno di loro ha avuto bisogno di mangiare più di te, e si vergognava a farlo, tu stesso hai mangiato più di quanto ti servisse per aiutarlo a superare i suoi timori”.
Infine, c’è un aspetto di mistero familiare a chiunque abbia incontrato un santo (o qualche amico di un santo) che è quel pondus che assumono d’improvviso le parole e i fatti, dando nuovo significato al tempo e allo spazio: “Nei suoi modi non si vedeva segno che stesse per annunciare alcunché di importante, salvo per quell’espressione – secondo alcuni, pareva a sua volta in ascolto, come per ricevere un messaggio. Una volta, mentre lavoravano a San Damiano, aveva detto: Un giorno, le Povere Dame verranno a vivere qui. E tutti si erano domandati a chi si riferisse”. E una volta di più calava il silenzio.
Sirenetta