Il sospetto e la speranza

Una delle 5 (cinque!) prove scritte dell’esame di terza media prevede la soluzione di quesiti proposti dall’Invalsi per valutare le competenze relative (per ora) all’Italiano e alla Matematica secondo standard europei. Durante questa prova – da sempre – non possono essere presenti gli insegnanti delle discipline specifiche.
Una prima novità di quest’anno è stata l’invio di fascicoli diversificati, cioè quesiti uguali per tutti i ragazzi, ma mescolati. Andando a scuola per la correzione – perché l’insegnante della disciplina non somministra le prove ma corregge le risposte aperte – scopro che la mattina stessa, insieme ai fascicoli, era arrivata l’ordinanza ministeriale nella quale veniva espressamente indicato che ciascun insegnante correggesse le prove di classi non sue.
Il presupposto è chiaro: i ragazzi copiano e gli insegnanti imbrogliano!
E così quello che dovrebbe essere il luogo della fiducia, dello stimolo, della creatività, dell’apertura… cioè dell’educazione, diventa la culla del sospetto sistematico.
In questi giorni, all’uscita, trovo sempre Gaia che mi aspetta. Non per chiedere anteprime o sconti ma perché, avendo iniziato a studiare seriamente per l’esame, ha scoperto una passione nuova per la matematica che l’ha indotta a riconsiderare la scelta della scuola superiore. Quello che mi chiede è un confronto leale che la aiuti a valutare tutti i fattori.
Gaia si fida di me, il “sistema” no.
“Che coraggio ci vuole a sostenere la speranza degli uomini!”: il richiamo profetico di don Giussani si impone prepotente mentre tra le mani mi scorrono i fascicoli, trasformando l’indignazione in energia creativa, la rabbia in desiderio di confronto con i colleghi, la tristezza in gratitudine per l’amore di cui sono fatta oggetto e in preghiera perché anche Gaia e C. abbiano ad incontrare uomini leali e coraggiosi che sostengano instancabilmente e persuasivamente la loro speranza.

Alice