IL TEMPO CHE PASSA NELL’ABBRACCIO DI UNA PRESENZA O NELL’ARIDITÀ DEL NULLA

Sabato scorso ho partecipato con alcuni amici alla veglia di Pentecoste e sentendo l’inno “Tu sei vivo fuoco”, mi sono tornate in mente le parole di una canzone di Guccini, “Un altro giorno è andato”.

Ciascuno di voi può verificare la diversità delle due posizioni.

Da un lato chi, finiti gli affanni della giornata, intravvede il rosseggiare della bellezza dell’eterno e per il quale la sera rappresenta il rinascere di una “freschezza eterna” dove dominano l’ampiezza e l’ebrezza, il conforto, la pace e l’abbraccio di una dimora.

Dall’altro chi, giunto alla sera, si ritrova disperato perché non ritroverà “il tempo andato” e si lascia dominare dalla malinconia, dalla svogliatezza, dal pianto, dal vuoto e dalla tristezza per qualcosa che ormai è perduto e non ritornerà.

Da un lato, quindi, il tempo e le circostanze vissuti come possibilità di consumarsi amando, che genera una fecondità nell’amore e nella pace; dall’altro una modalità di consumare il tempo che non riesce più a trattenere “nemmeno il dubbio”.

Tu sei vivo fuoco

Tu sei vivo fuoco che trionfi a sera,
del mio giorno sei la brace.
Ecco, già rosseggia di bellezza eterna
questo giorno che si spegne.

Tu sei fresca nube che ristori a sera,
del mio giorno sei rugiada.
Ecco, già rinasce di freschezza eterna
questo giorno che sfiorisce.

Tu sei l’orizzonte che s’allarga a sera,
del mio giorno sei dimora.
Ecco, già riposa in ampiezza eterna
questo giorno che si chiude.

Tu sei voce amica, che mi parli a sera,
del mio giorno sei conforto.
Ecco, giù risuona dall’ebbrezza eterna
questo giorno che ammutisce.

Tu sei sposo ardente che ritorni a sera,
del mio giorno sei l’abbraccio.
Ecco, già esulta di ebbrezza eterna
questo giorno che sospira.
Se con te, come vuoi, mi consumo amando,
sono nella pace
.

Un altro giorno è andato

E un altro giorno è andato,
la sua musica ha finito,
quanto tempo è ormai passato e passerà?
L’oggi dove è andato l’ieri se ne andrà.

Se guardi nelle tasche della sera
ritrovi le ore che conosci già,
ma il riso dei minuti cambia in pianto ormai
e il tempo andato non ritroverai…

Nemmeno il dubbio resta nei pensieri tuoi
e il tempo passa e fermalo se puoi…
Se i giorni ti han chiamato tu hai risposto da svogliato,

il sorriso degli specchi è già finito,
nei vicoli e sui muri quel buffone che tu eri
è rimasto solo a pianger divertito.
Nel seme al vento afferri la fortuna,

Tu canti nella strada frasi a cui nessuno bada,
il domani come tutto se ne andrà:
ti guardi nelle mani e stringi il vuoto,
se guardi nelle tasche troverai
gli spiccioli che ieri non avevi, ma
il tempo andato non ritornerà.

Pesce ner(Azzurro)