Immigrazione e renzismo

Sulle tragedie dell’immigrazione di questi giorni si sentono molti giudizi confusi. Proviamo a fare ordine.
1) Innanzi tutto la questione vera, messa in luce dal Papa: quelli che muoiono sono uomini e donne (e bambini!) che cercano di essere felici, che cercano un luogo migliore di quello nel quale vivono. Prima di ogni astrazione, c’è questo dato. E in questo senso, siamo tutti migranti in questa vita. Quando viviamo davvero, il desiderio di felicità è il più forte che abbiamo.
2) C’è una questione politica. Abbiamo dato la stura a un processo pericoloso quando abbiamo esaltato le primavere arabe contro i dittatori locali, senza renderci conto che così non si instaurava la democrazia liberale occidentale ma la guerra armata tra bande spesso fondamentaliste musulmane. Chi non ne vorrebbe scappare?
3) Adesso il governo italiano – e, vedrete, l’Europa – se la prenderà con gli scafisti. Come dire che il problema della droga sono gli spacciatori. Hanno arrestato migliaia di scafisti in questi anni, ma per un traffico tanto lucrativo ci sarà sempre qualcuno pronto a correre il rischio. Come sempre, Renzi sceglie la strada facile. Prendersela con il nemico ovvio e insignificante per non affrontare il vero problema. Occorre prendere una decisione e avere il coraggio di aiutare le persone ad avere condizioni migliori in patria. E per non scatenare una guerra di religione, occorre avere il coraggio di capire, schierarsi e armare quegli attori che sono il meno peggio. Spesso si tratta di dittatori, come in Egitto, e non fa fine. Perderemmo un po’ di facciata perbenista, ma guadagneremmo molte vite di uomini e donne impegnati come noi per l’unico fine dell’essere al mondo: essere felici.

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