Innocenti

Qualche giorno fa siamo stati raggiunti dalla notizia, terribile, che 22 bambini, di ritorno da una settimana bianca insieme ad altri loro coetanei, sono tragicamente morti nel pullman che li trasportava, schiantatosi frontalmente all’ingresso di una galleria in Svizzera. Insieme a loro sono morti quattro adulti e alcuni altri scolari stanno ancora lottando tra la vita e la morte.
La notizia ha lasciato me, come penso altri, inizialmente attonito, creando una sorta di silenzio nel cuore seguito quasi immediatamente da una serie di domande: perché? Perché il dolore innocente? E’ giusta la vita? Diceva Leopardi: “…e cieco il tuono gl’iniqui petti e gli innocenti a paro in freddo orror dissolve”. Ora, che si tratti di “cieco tuono” (un imprevedibile malanno dell’autista) o di leggerezza umana (un suo colpo di sonno, forse irresponsabile), queste domande restano intatte. Dire che tutto ciò non ha senso perché non lo capiamo, così come cercare di dimenticarlo in fretta è forse dovuto alla nostra fragilità umana, dal momento che lo shock e il dolore possono essere insostenibili, ma così facendo non si riesce a chiudere il problema, non corrisponde al nostro vero essere uomini, cioè esigenza di bene, di vero, di significato: infatti non posso non ammettere che desidero (e questo è insopprimibile in me) che tutto, anche quello, abbia un senso, che quei bambini siano in qualche modo “salvi”, che l’aspettativa che avevano per la loro vita sia soddisfatta, compiuta.
Per i cristiani, come me, la morte di Cristo ha liberato l’uomo dalla morte, dal male e dall’ingiustizia, trasformandoli misteriosamente in bene. Ma credo che questa risposta non possa non interessare anche chi non è cristiano, almeno come ipotesi. Di sicuro non lascia mai tranquilli, cristiani o meno. Quello di cui abbiamo bisogno, allora, è incontrare gente che li viva così.
Pensando a quei bambini, mi sono venuti in mente i santi innocenti. Essi hanno partecipato, in anticipo e misteriosamente, al sacrificio di Cristo. Sono morti innocenti per lui prima che egli morisse innocente per salvare anche loro. Péguy li descriveva così:

Voi sapete, dice Dio, quel che ne abbiamo fatto.
Quegli occhi che s’erano appena aperti alla luce del sole carnale
Per l’eternità furono chiusi alla luce del sole carnale.
Quegli occhi che s’erano appena aperti alla luce del sole temporale
Per l’eternità furono chiusi alla luce del sole temporale.
Quegli sguardi che s’erano appena levati verso il giorno e verso il sole del tempo
Per l’eternità furono chiusi a queste luci passeggere.
Essi sono per me dei bimbi che mai divennero uomini:
Agnelli che mai divennero montoni.
Dei bambini Gesù che non invecchiarono mai.
Li amo innocentemente, dice Dio.
(E’ così che si devono amare questi innocenti).
Come un padre di famiglia ama i compagni di suo figlio
Che vanno a scuola con lui.
Ma da quel tempo loro non si sono più mossi.
Essi sono le imitazioni eterne
Di come fu Gesù per brevissimo tempo

Pesce Luna