Ius Soli

La cittadinanza regola il rapporto tra individuo e stato. Per l’ordinamento italiano la cittadinanza è una “concessione”, non un diritto. La si guadagna chiedendola. L’attuale ordinamento prevede l’acquisizione della cittadinanza in caso di residenza stabile, matrimonio, parentela. Bisogna avere redditi sufficienti al sostentamento, non avere precedenti penali, non essere in possesso di motivi ostativi per la sicurezza della Repubblica. Lo straniero nato in Italia, che vi abbia risieduto legalmente senza interruzioni fino al raggiungimento della maggiore età, diviene cittadino se dichiara di  voler acquistare la cittadinanza italiana entro un anno dalla suddetta data. Tutto questo dovrebbe garantire l’integrazione, ma non è così. Uno straniero potrebbe risiedere stabilmente ed auto-sostenersi in Italia senza condividere niente di quello che è l’essere italiano (storia, cultura, tradizioni ecc). E non potrebbe essere diversamente dato che nessuno chiede allo straniero risiedente in Italia di condividere i valori che abbiamo. Comunque sia l’attuale ordinamento costringe a un percorso che è giusto che lo straniero faccia.

Sulla scorta della esperienza di altri paesi si sta discutendo se dare la cittadinanza ai minori stranieri nati in italia, come atto di civiltà, attirando così altri stranieri verso il nostro paese oltre quelli che già giornalmente vi sbarcano. Non importa che quasi mensilmente ormai vediamo dei cittadini europei nati in Europa voler distruggere le comunità che hanno dato loro la cittadinanza. Ovviamente la maggioranza degli stranieri non appartiene a questa categoria, ma occorre chiarire cosa vogliamo.

Se vogliamo diventare una accozzaglia di etnie abitanti nello stesso stato, e la distruzione del tessuto sociale, allora le strade della liberalizzazione delle leggi sulla cittadinanza insieme alla non-integrazione reale degli stranieri sono quelle giuste.

Se invece vogliamo preservare società, storia, cultura e tradizioni di un paese unico al mondo e faro per il mondo, occorre cambiare visione. Se in Italia non esistono ancora i ghetti di Parigi e Londra, e gli stranieri sono ben inseriti nel contesto sociale, è per la capillare rete di accoglienza e integrazione fornita dalla galassia cattolica (parrocchie, associazioni, popolo) che ha fornito accoglienza indicando la via per la reale integrazione del tessuto della società. A riguardo occorre rivedere l’esperienza dei primi sbarchi di albanesi negli anni 90. Quello che la galassia cattolica è riuscita a fare, lo stato non avrebbe potuto mai attuarlo con le leggi.

Infine occorre ricordare che il primo problema dell’Italia è il calo demografico, motivo per cui gli stranieri sono necessari ma non bastano comunque a supplire l’eccesso di morti rispetto ai nati. Servono politiche a sostegno della famiglia. E’ necessario che chi fa la mamma possa godere di uno stipendio, di incentivi consistenti a fare figli e di una garanzia di pensione. Forse così, tra 20 anni, vedremo i primi risultati.

P.S. Chiederò la cittadinanza armena. Lì mi chiedono il certificato di battesimo obbligandomi a ricordare chi sono e perché sto chiedendo quella cittadinanza.

http://www.interno.gov.it/it/temi/cittadinanza-e-altri-diritti-civili/cittadinanza

http://www.ilfoglio.it/pensieri-non-convenzionali/2017/06/18/news/ius-soli-e-cittadinanza-un-dibattito-che-non-coglie-nel-segno-140375/

Aulonocara