La cena (o della responsabilità)

L’ultimo caso è di oggi. Ad Acqui Terme un profugo è stato picchiato da due diciassettenni che hanno filmato la scena e postato il video. Ma le cronache sono zeppe di storie che, nella loro crudeltà, diventano persino banali: pestaggi a morte fuori e dentro discoteche, violenze di gruppo e tanta altra inspiegabile brutalità.
Mentre inquirenti e giornalisti si interrogano su chi, come e perché, io provo a spostare il problema “aiutata” da un romanzo (terribile) letto alcuni anni fa: “La cena” di Heman Koch (editore Neri Pozza).
La scena si svolge in un ristorante di Amsterdam dove due fratelli “bene” (uno potrebbe diventare a breve primo ministro) e le rispettive mogli si incontrano per una cena che è disimpegnata solo in apparenza. In realtà le coppie devono discutere del futuro dei due figli adolescenti che hanno ucciso a bastonate una barbona e sono stati ripresi dalle telecamere di un bancomat. Nel corso della serata i quattro genitori, nel tentativo di affrontare il problema da varie angolature, faranno emergere aspetti inquietanti delle loro personalità.
Al di là della finzione letteraria il romanzo è interessante perché ci interroga sul livello al quale può e deve giocarsi la nostra responsabilità personale ed educativa.
Potreste leggerlo, in questo ultimo scorcio d’estate, e forse sarete costretti a riprendere subito il grande Dostoevskij (“Delitto e castigo” – infinite edizioni, tutte low low cost). Ma questa è proprio un’altra storia!

 Alice