La Chiesa è carne

Romano Guardini dice che il Cristianesimo è la religione più “materialista” della storia.
Sembra paradossale, ma quello che tanti uomini moderni non comprendono è che il Cristianesimo non si può vivere se non nella materialità. Tutte le religioni hanno una ritualità fatta di parole e gesti, e questo è molto bello perché è il segno che l’uomo ha bisogno del rapporto concreto e reale con il Mistero. Però il Cristianesimo, o meglio il Cattolicesimo, ha davvero una particolarità tutta sua: i gesti sono sempre comunitari e fisicamente determinati.
Questi due aspetti sono particolarmente evidenti in questo periodo di pandemia. È praticamente impossibile organizzare una qualsiasi funzione o celebrazione cattolica senza che ci sia un minimo di “assembramento”. Il prete, chi fa le letture, chi canta, e soprattutto chi risponde alle invocazioni. Oppure il gesto del ricevere il sacramento dell’eucarestia: è così dibattuto e osteggiato dagli esperti perché è materia dentro materia, mani che toccano, mani che ricevono, bocche che mangiano. Che mangiano Dio. È davvero una cosa dell’altro mondo. Inconcepibile per i più. O ancora il sacramento della confessione: uomo di fronte a uomo. Esperienza concreta avvolgente come, se non di più, di un abbraccio.
Tutto questo sacrificio di questi mesi ci fa capire che, nonostante la grandezza della Chiesa che si è inventata la forma speciale dell’eucarestia spirituale o dell’atto penitenziale di cuore tale da permette ai suoi fedeli di essere uniti nella fede a Dio e a tutti gli uomini in qualunque circostanza, la normalità della ritualità cattolica è proprio la carne, la materia, la realtà quotidiana che si trasforma in qualcosa di più, di divino. La normalità della Chiesa è l’eccezionalità assoluta! Cosa c’è, infatti, di più eccezionale che incontrare fisicamente, corpo a corpo, mano nella mano, Dio? Cosa c’è di più eccezionale che l’abolizione del dualismo materia e spirito, in cui tutta la modernità continua ad essere immersa, a favore di una realtà piena e profonda, fatta di concretezza e di significato? Di un noi. Di un io e di un tu. Insieme!

Stella Marina