La confusione dei cattolici e strade per uscirne

Dopo le elezioni c’è stato un gran parlare della scomparsa dei cattolici dal campo politico. Più di questa, però, colpisce la confusione dei cattolici in questo momento.

Quelli già convinti dalle sirene del pensiero unico dominante tra i benpensanti sono avversi al governo giallo-verde ideologicamente, in nome di solidarietà e frontiere aperte al commercio e ai popoli. Altri sono ideologicamente a favore in virtù della difesa della cultura cristiana contro le invasioni straniere, soprattutto islamiche, o della lotta al precariato liberista.

Un sano realismo chiederebbe invece di dar tempo al nuovo governo di palesare le proprie carte. Per ora, al di là dei proclami, abbiamo visto un po’ più di resistenza all’immigrazione, diventata socialmente prima che economicamente insostenibile, e misure di sinistra sul mercato del lavoro, non cattive nelle intenzioni ma che rischiano di diventare pessime nei fatti, cioè di togliere lavoro invece che crearlo. Per i cattolici, l’importante è che la giusta richiesta di sostenibilità dell’immigrazione non sia contro il dovere di salvare il valore unico delle vite delle persone e, sul lavoro, che innanzitutto si creino posti di lavoro. Infatti, in un caso come nell’altro, i cattolici guardano all’intero sviluppo della persona, alla sua capacità di crescita e compimento, che sola può essere fonte di miglioramento per tutti i popoli e di missione per la Chiesa. Tra le possibilità di crescita e compimento va annoverata anche l’Europa, che rimane un ideale di pace e di crescita comune. Per questo, i cattolici dovrebbero guardare con un po’ di simpatia questo governo, a cui si può dare tempo, sperando che non prevalga in esso l’anima giacobina. Nel frattempo, dovrebbero preoccuparsi di costruire corpi intermedi di presenza politica la cui area normale sarebbe quella di un riformato PPE, che dovrebbe essere per l’Europa dei popoli e non per quella delle banche.

Torpedine

Una risposta a “La confusione dei cattolici e strade per uscirne”

  1. Cara Torpedine, non capisco perché Io,cattolico, dovrei guardare con simpatia particolare questo governo. Lo giudichero’ dai fatti, come è successo nei confronti di tutti gli altri che lo hanno preceduto. Certo almeno fino ad ora non si può dire che abbia destato entusiasmi, visto che si è esclusivamente occupato della questione migranti, in Italia e in Europa, affrontata in modo muscolare a caccia di facili consensi da Salvini. Fa tenerezza Conte, la testa di legno piazzata in mezzo al Matteo padano e a Di Maio, mentre gli altri ministri per ora sono ancora al mare. Mi sembra che si voglia distruggere tutto ciò che ha preceduto l’avvento di questo governo, che non è tutta spazzatura, in modo un po’ miope, dal mio punto di vista… Di scuola, grandi opere come la Tav ecc….non si sente dire una parola, probabilmente perché i due partiti governativi sono molto distanti su questi temi. Questo è il grande problema….Altro che simpatia, allora!

I commenti sono chiusi.