LA LUCE DEI TUOI OCCHI

Marzo 1950, un noto scrittore dedica queste parole a una donna, l’ultima donna prima della disperazione suprema:

Dove sei tu, luce, è il mattino.
Tu eri la vita e le cose.
In te desti respiravamo
sotto il cielo che ancora è in noi.
Non pena non febbre allora,
non quest’ombra greve del giorno
affollato e diverso. O luce,
chiarezza lontana, respiro
affannoso, rivolgi gli occhi
immobili e chiari su noi.
È buio il mattino che passa
senza la luce dei tuoi occhi.

Parlano di amore, parlano di nostalgia, parlano di preghiera e di attesa, del limite tra speranza e disperazione.
Come tutte le cose vere, parlano a tutti.
Da chi non è pronto a legarsi con te tutta la vita – diceva altrove lo stesso Cesare Pavese – non dovresti accettare neanche una sigaretta.
Non vedo possibilità di speranza al di fuori di questa domanda di totalità.

Sirenetta