La mafia: “Una storia” non proprio “semplice”

“Una storia semplice” è il titolo di un giallo “siciliano” del 1989 in cui Leonardo Sciascia ci delinea velocemente una vicenda che ha come filo conduttore, pur senza mai nominarli, il fenomeno mafioso e il commercio della droga. Protagonista un brigadiere di polizia che, dopo una misteriosa telefonata notturna di un ex diplomatico, il giorno successivo ne scopre il cadavere. Le indagini poi si allargano alla scomparsa di alcuni impiegati di una stazione ferroviaria limitrofa alla villa del console, all’arresto di un rappresentante farmaceutico testimone dei fatti e all’uccisione, in un conflitto a fuoco in questura, di un commissario. Il rapido evolversi dell’inchiesta fa balenare il coinvolgimento criminoso del commissario ucciso e di un sacerdote, e il romanzo, che si apriva con la domanda se esistessero ancora possibilità per la giustizia, si conclude con la sconsolante considerazione del rappresentante farmaceutico: “E che vado di nuovo a cacciarmi in un guaio, e più grosso ancora?”

Pesce Palla