La versione di Giacomo

19 marzo, Festa del Papà. Giacomo Poretti (quello di Aldo, Giovanni e …) su La Stampa dice che oggi è più facile fare l’astronauta o il premier, che fare il papà. Addirittura è più facile fare lo zio o il nonno, anche l’amico, piuttosto che il papà.
Il compito di educare? Ma dai …
Alle tante domande dei figli, di questi tempi è più facile rispondere: “dipende …”
Ecco qua. Relativismo, moralismo, nichilismo: la droga mortale di un’altra generazione, passata di padre in figlio. Ma da che mondo è mondo un figlio chiede a suo padre di essere la terraferma da cui prenderà il largo.
Ogni figlio chiede che il padre sia padre e nient’altro. Che ci sia. Perché dovrà attraversare anche lui la grande avventura della vita e gli occorre una verità rocciosa, da contestare, magari, da prendere a pugni, ma viva e sicura. Un luogo visibile, bello, una sfida, un abbraccio da cui andare via, che sia capace di accendere in cuore la nostalgia, il desiderio di tornare sempre. Fino al grande segreto, alla rivoluzione: che non si è padri se non essendo figli di un Padre più grande. Giacomino sorride dalla foto dell’articolo e ci fa sorridere delle nostre fatiche e dei nostri vicendevoli fallimenti, innescando la carica sotterranea della speranza. Il capitale umano è la prima risorsa. Altro che tecnici: vuoi vedere che l’Italia la salveranno i … comici?


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