La frase che dà il titolo a queste dieci righe viene attribuita a San Bernardo. Si narra che il santo, recatosi a visitare la sorella Ombelina badessa del monastero di Juilly, dopo averne ascoltato il rammarico per essere costretta – lei che, per amore di Gesù, aveva abbandonato lussi e ricchezze e finanche (consenziente) il marito – a trascorrere le giornate attendendo all’amministrazione di anime e beni piuttosto che in adorazione di Cristo, le lasciasse scritto il laconico biglietto di cui sopra.
Sarà vero? Fatto sta che Ombelina, lagnanze o no, è venerata beata (la si festeggia il 12 febbraio) e che la frase arriva a sfidare la mia infinita pigrizia di gesti e di cuore.
E mi è tornata più volte alla mente anche leggendo “Un istante prima dell’alba” – cronache di guerra e di speranza da Aleppo (di Ibrahim Alsabagh – Ed Terra Santa € 15.00), libro quanto mai attuale, esempio lampante di come la fede è in grado di generare una carità operosa, un’intelligenza viva della realtà e una sensibilità attenta anche al più piccolo particolare.
Di più non dico. Mi farebbe piacere, per il prossimo Natale, regalarlo a tutti i lettori di questo blog ma non posso permettermelo… per questo ve ne consiglio l’acquisto per voi e per farne dono a chi amate: è un ottimo strumento per rialzare lo sguardo dal proprio piccolo particolare e per conoscere e amare un po’ di più il mondo. Pensate che un altro regalo low cost riesca a fare altrettanto?
Alice