Quando l’automobile uccise la cavalleria (e non solo quella)

Un libro non leggero (quasi 500 le pagine) che parte in sordina per poi coinvolgerti. L’opera prima di Giorgio Caponetti, un’opera, che sintetizza una vita, esprimendone in forma narrativa gli ideali, le attese e le passioni. Un libro con stimolanti e condivisibili considerazioni sulla storia e sulla vita per chi, come me, è appassionato ricercatore di documenti storici, e che guardando la realtà dell’oggi cerca di afferrarne i significati più o meno criptati.

Caponetti, un appassionato di cavalli e di Piemonte, ci narra di quattro cavalieri sul finire dell’800.

“Un romanzo storico, un’opera di pura fantasia, in cui è la storia che si adatta alla fantasia. La Storia è Storia, questa invece è solo una storia”, che in modi coinvolgenti, ci parla del campione di equitazione Federico Caprilli, fino ai trionfi ed alla morte misteriosa; della sua amicizia sincera e profonda con il conte Emanuele di Bricherasio, pioniere dell’industria automobilistica, pian piano spodestato dalle sue cariche e privato delle sue azioni da Giovanni Agnelli, terzo cavaliere in attività; della ascesa e della presa del potere nel mondo automobilistico torinese di Giovanni. La storia è narrata in modo neutro, quasi una cronaca di avvenimenti di un giornalista non coinvolto. Ma è la voce fuori campo del nonno Benedetto, il quarto cavaliere, a formulare giudizi e sentenze. Questo testimone del cambio d’epoca certifica la nascita dell’automobile e la morte della cavalleria. Taglienti i sui commenti: “Il cavallo ha un’anima. Nessuna macchina avrà mai un’anima. Che nobiltà c’è nell’essere un’automobilista?! Il cavallo ti fa diventare cavaliere; un cavaliere che in qualche modo deve comportarsi da cavaliere”.

Per poi terminare, rivolto al nipotino e quindi al lettore, in modo drastico con una verità incontrovertibile: “La Storia è bugiarda… è una gran mignotta che si vende a chi paga di più. Dipende da come te la raccontano e le cose non stanno quasi mai come te la raccontano. […] Propaganda, tutto è solo propaganda. Pur di comandare; pur di tenere il potere. […] Non credere mai a quello che vogliono farti credere, pensa con la tua testa. Prendi tutto con il contagocce e poi filtralo con la tua intelligenza”.

Buona lettura… con un occhio alla complessa realtà dell’oggi.

Pesce Palla