Io lavoro e penso a te…

Cari amici della Spigola,
sapete, ho preso una settimana di ferie e… sono andato in montagna!!!
Ebbene sì, ho superato lo scoglio (!) dell’acqua e sono andato sui monti.
No, non ho indossato nessuno scafandro o acquario particolare, c’è un ritrovato della tecnica che è all’ultimo… ma che dico ultimo… penultimo grido. Leggete qua:

www.ilmessaggero.it – Cervelli collegati dal web, la mano si muove grazie al pensiero di un altro

Che hanno fatto i nostri scienziati?
Hanno collegato, mediante due caschi aventi particolari proprietà, le onde elettromagnetiche di due cervelli, e mentre il proprietario del primo cervello era in un posto, l’altro gli faceva alzare il dito indice con il suo pensiero.
Si capisce? Vi faccio uno schema?
Ad esempio mettiamo che la mia guida alpina si collega col mio cervello: io rimango nel mare e la mia guida alpina mi fa fare tutti i movimenti che vuole, così salgo i monti rimanendo in mare.
A parte le applicazioni spicciole come la mia, pensate quali scenari si aprono:

  • penso di dargli una botta in testa, allora mi collego al cervello di un altro che lo fa per me;
  • penso di bere un bicchiere d’acqua, allora mi collego al cervello di un altro che lo fa per me (però ho ancora sete);
  • mi collego al mio collega e gli faccio alzare il dito medio mentre è in riunione;
  • penso alla moglie del fruttivendolo allora mi collego… ecc. ecc.

Cosa dire? Come detto tante altre volte i progressi della scienza sono a dir poco strabilianti e lasciano sempre senza parole.
La domanda è: abbiamo una coscienza tale da utilizzare tali progressi per l’affermazione del bene?
Vedremo… io intanto mi collego al cervello del mio amico pesce lesso così mi riposo.
Ciao a tutti!

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Tonno subito