L’isola e la speranza

Ellis Island è l’isola dove tra il 1850 e il 1950 sono sbarcati più di 12 milioni di persone che volevano entrare negli Stati Uniti. L’isola è ora un museo dove uno può vedere i luoghi, le foto dei volti, i poverissimi resti di quest’esodo che fa capire che cos’è la società di massa almeno quanto i lager nazisti o Times Square, la piazza simbolo del nostro consumismo. 
A Ellis Island la gente di tutto il mondo – tra cui moltissimi italiani – arrivarono con i loro 25 $ che provavano di non essere un peso per la società. Spesso però non avevano nient’altro. Le lunghe file per visite mediche sommarie e verifica legale impiegavano delle ore, segnate dalla fame e dalla paura di essere mandati in quarantena sulla propria nave o rispediti a casa. Le scene che le foto mostrano rappresentano lo strazio di uomini inevitabilmente trattati come oggetti, dal pur ospitale (nei limiti di una società protestante) governo americano. 
Al di là dello studio sociologico sulla società di massa, Ellis Island è però anche l’isola della speranza. C’è una foto di una signora con un mare di bambini, con tutti i pochi averi addosso. Guarda fisso nella macchina fotografica mentre tiene per mano i figli più vicini. È una donna decisa a combattere per i suoi figli, a qualsiasi costo. 
Non so il resto della storia. Ma spero che la signora ce l’abbia fatta. Tanti di quegli uomini e donne sono sopravvissuti dopo a condizioni dure e dolorose per amore dei figli e, sempre per amore dei figli, hanno ricostruito le loro vite in terra straniera e alla fine hanno contribuito non poco anche alla potenza degli Stati Uniti. 
Guardando questi volti viene in mente che ora siamo all’Ellis Island dell’umano, tutti un po’ profughi in un mondo spaesato di senso. Occorre la forza, spirituale questa volta, di lottare per costruire e bisogna avere dei figli, nel senso vero e profondo, per cui lottare, vivere e morire. Se non si ha qualcuno per cui lottare, non si avrà mai il coraggio di intraprendere un viaggio e la quarantena di una vita tranquilla e confinata sembrerà una soluzione. 


Torpedine