Martiri islamici e incoerenza

A Bruxelles si sono fatti saltare in tre, producendo decine di morti. A Parigi erano quasi 10 questi strani martiri islamici che non accettano di essere uccisi per la vita altrui (come quelli cristiani), ma uccidono gli altri per la vita eterna propria. Nonostante il fiume di parole versato su servizi segreti, polizie e sicurezza, si sa bene che è quasi impossibile fermare un uomo che usa se stesso come arma. Se uno deve piazzare un ordigno o usare un’arma, si può dare la caccia all’oggetto. Ma se uno si considera un’arma ed è pronto a morire, nessun controllo sarà mai sufficiente.
Per ora, dobbiamo sperare nell’incoerenza all’ideologia, l’incoerenza del cuore, diceva Pasternak. Salah non si è fatto esplodere a Parigi e, forse, un altro ha fatto lo stesso a Bruxelles. Hanno preferito vivere, come dice imperiosamente tutta la natura umana. È con questo desiderio di vivere, di essere felici che dobbiamo interloquire, sperando che la voce arrivi fino a quell’abisso così come arriva al nostro abisso.
Del resto è già successo. È la storia del ladrone, ben raccontata da Borges nella poesia Luca XXIII.
Ecco qui il finale:

Cari, l’ingenuità di questo amico
di Gesù Cristo, il candore che fece
sì che chiedesse e avesse il Paradiso
dall’ignominia della sua condanna,
fu quello che così spesso al peccato
lo spinse e all’avventura insanguinata.

Torpedine