“Maschere di morte” di Walter Sattherthwait

Un giallo che parte in sordina e poi, piano piano, insieme con Phil Beaumont, l’investigatore inglese della Pinkerton, siamo introdotti nell’ambiente parigino degli anni ’20 per risolvere il mistero di un apparente doppio suicidio. Man mano che le indagini procedono nel sofisticato mondo dell’editore americano Forsythe,  tra donne bellissime, cocaina e champagne a profusione, si cominciano a conoscere alcuni personaggi di questo ambiente corrotto ed intellettuale. Godibilissime le riletture di personaggi storici come Ernest Hemingway, pasticcione e fanciullesco, e Gertrude Stein, solida e penetrante figura femminile. Si lambisce anche il mondo dell’arte, con una rapida puntata a Pablo Picasso, e quello della politica con qualche accenno al preoccupante avvento del partito nazionalsocialista tedesco. Oltre alla profonda connotazione dei personaggi è da rimarcare anche la scelta delle ambientazioni. Le pagine più avvincenti sono quelle in cui  l’autore fa svolgere alcune delle scene chiave: la spiaggia di Mont Saint Michel, le catacombe di Parigi e la cripta della cattedrale di Chartres. “Un fulminante intreccio poliziesco, una magistrale ricostruzione d’ambiente, uno stile narrativo dinamico e leggero”, in un continuo ballo in maschera in cui le vere identità sono celate da “maschere di morte”.

Pesce Palla