Gabbiano Jonathan Livingston contro UAAR

Gabbiano Jonathan Livingston contro UAAR
Manifesto UAAR from uaar.it

Ok, “Dio” senza “D” fa “io”… io, io, io!! Ma il “tu” dov’è?
Cari amici della Spigola, ho una scoperta sensazionale per voi: pare che si possa vivere bene anche senza “D”!
Lo afferma una nuova classe sociale che sta nascendo da poco, giusto qualche anno dopo Adamo ed Eva: gli atei..! Poverini, gli atei stanno avendo non poche difficoltà a svilupparsi sul pianeta Terra, sono così dolci, piccoli e indifesi, addirittura discriminati dai non atei e dagli illusi che fanno la preghierina prima dei pasti… ma aspettate un attimo… ma, non erano i cristiani quelli perseguitati da 2000 anni, che in Italia non possono fare il segno della croce sul posto di lavoro e che in altri Paesi vengono direttamente uccisi??

Però ho letto un articolo (www.ilsussidiario.net – UAAR-Bologna, la campagna degli atei: “Dio” diventa “Io”) e sembrerebbe che negli ultimi tempi le cose siano cambiate…
L’articolo mi ricorda tanto quello che successe a uno dei più temibili predatori per noi pesci: Jonathan il gabbiano. Tutti i gabbiani volano solo per mangiare, e Jonathan aveva un problemaccio: amava troppo il volo. E questa sua passione gli procurava l’odio dello stormo e tanta solitudine. Persino il padre lo supplicava di smettere di esercitarsi a volare e accontentarsi di essere un semplice tubo digerente. Alla fine si lascia convincere, non vuole pensare più al volo, all’altezza, alla sua passione, non vuole pensare più ai suoi desideri. Basta con sfide e fallimenti! Così scoprì che era bello smettere di pensare… Ma ecco che Jon ci ricasca, appena si alza un attimo da terra e riapre gli occhi, il desiderio di volare ritorna più forte di prima. E riprende lo studio del volo, arrivando sempre più in alto e lontano fino a raggiungere finalmente altri pochissimi gabbiani che hanno il suo stesso ideale. E qui gli sembra di stare in paradiso.

Jonathan ci ha provato, per un attimo ha tolto la “D” ma non ha resistito, si sentiva chiamato ad altro. E’ vero, era bello non pensare, non avere preoccupazioni, non soffrire, ma il suo cuore non gli dava pace, il suo “io” non gli bastava, non era capace di darsi da solo la felicità: era giunto il momento del “Tu”.

Cari atei, se per voi “Dio” è un concorrente da fare fuori, avete tutte le ragioni per mettere una croce sulla “D” e autoproclamarvi fautori della vostra felicità. Ma se come per il gabbiano Jonathan, Dio diventa quel promemoria che ci avvisa quando abbandoniamo quel desiderio infinito di cui siamo fatti, allora è il caso che la smettiate di fare le vittime e stacchiate quei manifesti colorati (ma molto incolori) che infestano le nostre città!

Scusate ma avevo bisogno di sfogarmi… ora vado a mettermi al riparo: Jon è famoso soprattutto perché è veloce a volare… e a pescare….!!!!
A rivederci, spero…

Anguilla