Matterelli

Una settimana decisiva per le sorti della Repubblica. Proviamo a fare il riassunto.
In una settimana Renzi riesce a far votare la legge elettorale che voleva e un Presidente che non voleva ma che gli va bene. Il combinato disposto della riforma del Senato e della legge elettorale – in cui, per chi non l’avesse capito, vince e ottiene la maggioranza assoluta dei seggi (340) un solo partito e le preferenze sono solo il 30% – consegna il Paese al presidente del consiglio per un quinquennio. Se ci sa fare, diventeranno decenni.
Matteo ci sa fare: tiene tutti sotto schiaffo, come si dice qui. B. lo abbindola sempre (come ha sempre fatto Napolitano) promettendo un’impossibile riabilitazione. Ad Alfano può sempre ricordare che se si va a votare, addio partitino e seggi e ministeri. Alla sinistra dem ricorda sempre che le liste poi le fa lui, e addio posto.
Purtroppo nessuno di costoro ha il coraggio ideale di dire quello che pensa e di accettarne le conseguenze. Certo, la politica è l’arte del compromesso, ma con le altre persone non con gli ideali. Altrimenti è complicità.
Il risultato è un governo che naviga a vista, senza opposizione, con un colpo al cerchio del liberalismo e uno alla botte dello statalismo. Insomma, sempre con la mancanza di ideali della vecchia DC, la quale – in questo clima – ha giustamente eletto il suo Presidente. L’unica consolazione è che è difficile che sia peggio del precedente.

Torpedine